sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

La ripresa si allontana. Confesercenti: il turismo non basta più. Pesano i costi dell’energia, fisco e burocrazia

La ripresa rallenta portando con sé il fantasma di una nuova crisi.

È la previsione fondata su i dati di una rilevazione condotta da Swg per Confesercenti su una platea di imprenditori associati attivi nel commercio, nel turismo e dei servizi, per valutare attese e prospettive delle Pmi del terziario in occasione del rinnovo della legislatura.

Turismo non basta più

“La ripresa dei flussi turistici di questa estate”, evidenzia la Confesercenti, “non è stata sufficiente ad evitare il rallentamento della ripresa. E con l’esaurirsi della stagione turistica, le aspettative delle piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi tornano a peggiorare: una su tre – il 32% – prevede di chiudere il secondo semestre con il fatturato in calo rispetto allo stesso periodo del 2021. Solo il 18%, invece, stima una crescita”.

Gli scenari e le difficoltà

A pesare sui fatturati, segnalano gli imprenditori, è stato sono soprattutto il boom dei costi energetici – indicato dal 28% degli intervistati – e dell’inflazione (22% delle indicazioni). Ma il 26% indica, tra i fattori di freno, anche l’onda lunga del Covid19 e i numeri dei contagi, che non permettono una normalizzazione dei consumi.

L’appello al nuovo Parlamento

Al nuovo Parlamento, dunque, agli imprenditori chiedono di affrontare la fase difficile in arrivo: “il 31% degli imprenditori segnala la necessità di intervenire per contrastare l’inflazione e gli effetti della corsa degli energetici, con sostegni mirati per famiglie e imprese”, sottolinea ancora Confesercenti, “E poi di riprendere a lavorare per sciogliere i nodi che hanno trattenuto la crescita italiana negli ultimi venti anni”.

Riforma fiscale, là priorità

A partire dalla questione fiscale, osserva la Confesercenti, che per il 45% degli imprenditori dovrebbe essere in cima all’agenda dei partiti nella prossima legislatura, ed il lavoro, indicato dal 42%. Seguono, a breve distanza, – il 29 ed il 28% – le quote di imprenditori che chiedono di inserire tra i temi prioritari rispettivamente PNRR e infrastrutture e semplificazione burocratica.
Tra le altre risposte, si rilevano il credito – indicato dal 7% – ma anche diverse segnalazioni che non raggiungono delle percentuali valutabili singolarmente ma che indicano dei temi: eliminare gli interessi delle cartelle esattoriali, pensioni dignitose, sgravi fiscali per assumere, ambiente, riforma della magistratura, mobilità green.

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