venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Forza di pronto intervento NATO a 300mila uomini. Accordo in vista tra Turchia, Svezia e Finlandia

La Nato approvera’ il piu’ importante rafforzamento delle proprie capacita’ dalla fine della Guerra Fredda e portera’ le forze ad alta prontezza oltre la soglia delle 300 mila unita’. Il segretario generale Stoltenberg lo annuncia al vertice Nato di Madrid focalizzato sul conflitto russo-ucraino. L’emergenza resta sempre la gestione di una delle più importanti crisi internazionali dalla Guerra fredda, con la possibilità di un allargamento della Nato, quasi impensabile fino a qualche tempo fa, che potrebbe arrivare fino Svezia e Finlandia. 

Svezia e Finlandia discutono con la Turchia del loro ingresso nella Nato

Del loro ingresso nell’Alleanza Atlantica stanno discutendo in queste ore il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, l’omologo finlandese Sauli Niinisto e la premier svedese Magdalena Andersson. “Sono lieto che il presidente Erdogan, il presidente Niinisto e la premier Andersson abbiano accettato il mio invito a incontrarsi – ha commentato Stoltenberg nella conferenza stampa di preparazione al summit -. L’obiettivo è di fare dei progressi sulla loro adesione. Non faccio promesse, ma stiamo lavorando attivamente”. L’appuntamento a tre, il più importante di questi giorni, nonostante la mediazione e l’ottimismo dello stesso Stoltenberg, appare, però, ancora lontano da un lieto fine. «La nostra partecipazione a questo incontro non significa che faremo un passo indietro rispetto alle nostre posizioni», ha, infatti, subito precisato il portavoce del capo di Stato turco Ibrahim Kalin.

 Più soldati lungo i confini

Nella stessa circostanza il segretario generale ha fatto anche un altro importante annuncio sul piano militare. A Madrid saranno discussi i dettagli di come rafforzare la Forza di risposta Nato (Nrf), che attualmente conta 40mila uomini. “Potenzieremo i nostri gruppi tattici nella parte orientale dell’Alleanza fino ai livelli di brigata – ha detto Stoltenberg -. Trasformeremo la forza di risposta della Nato per aumentare il numero delle nostre forze di alta prontezza a ben oltre 300mila. Aumenteremo anche la nostra capacità di rafforzarci in caso di crisi e conflitti”. Per il segretario generale si tratta di proteggere i Paesi confinanti con la Russia, adeguando la presenza alla luce della valutazione della minaccia, come già fatto nei decenni passati.

Cambio di prospettiva strategica

Al vertice non si affronterà solo la questione della guerra in quanto tale ma piuttosto si tenterà di ridisegnare obiettivi e priorità dell’Alleanza. Nel nuovo concetto strategico che sarà sul tavolo domani, “gli alleati indicheranno la Russia come la minaccia più significativa e diretta alla nostra sicurezza collettiva”, ha detto Stoltenerg. “Il nostro nuovo Strategic concept ci guiderà in un’era di competizione strategica. Si rivolgerà per la prima volta alla Cina e alle sfide che Pechino pone alla nostra sicurezza, ai nostri interessi e ai nostri valori. Riguarderà anche il nostro approccio in evoluzione a una serie di altre minacce e sfide. Compreso il terrorismo e gli attacchi cyber e ibridi”.

Necessari maggiori investimenti nella difesa. Il 2% solo punto di partenza

Al vertice di Madrid verrà lanciata “la più grande revisione della nostra deterrenza e difesa collettiva dai tempi della Guerra Fredda”. “E per farlo – ha detto Stoltenerg – dovremo investire di più”. “I dati – ha aggiunto – mostrano che il 2022 sarà l’ottavo anno consecutivo di aumenti per i bilanci della difesa tra gli alleati europei e il Canada. Entro la fine dell’anno, avranno investito oltre 350 miliardi di dollari in più da quando abbiamo concordato il nostro impegno di investimento nella difesa nel 2014. Nove alleati hanno raggiunto o superato l’obiettivo del 2%. Diciannove alleati hanno piani chiari per raggiungerlo entro il 2024. E altri cinque si sono impegnati concretamente a raggiungerlo in seguito. Il 2% è sempre più considerato come un punto di partenza, non un tetto. Concorderemo anche di investire di più insieme nella Nato, per il bene della nostra sicurezza”.

 

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