giovedì, 25 Aprile, 2024
Europa

“Un successo insperato”: stop al petrolio russo e apertura dell’Europa al tetto sul prezzo del gas

Consiglio europeo. Draghi molto soddisfatto. "Non sono interessato a incarichi internazionali"

Draghi lo ha definito un risultato insperato fino a qualche tempo fa l’accordo raggiunto dal Consiglio straordinario europeo sull’embargo al petrolio russo. Nonostante le deroghe temporali per i Paesi come Ungheria e Repubblica Ceca senza sbocchi sul mare e per i quali si stanno studiando approvvigionamenti alternativi attraverso l’Adriatico, nel 2023 si bloccheranno le importazioni da Mosca al 90% a livello comunitario.  Qualcosa è cambiato nell’Unione, grazie anche alla pandemia, per cui al principio di “responsabilità” ora si affianca nelle decisioni anche quello della “solidarietà”. Ne è stato un chiaro segno il Next Generation Eu, che ha creato un precedente dal quale sembrerebbe non si torni più indietro.

L’Italia ottiene mandato per studio su price cap gas

L’Italia incassa anche un successo personale con il mandato a investigare sulla reale possibilità di fissare un tetto al prezzo del gas. Come già ricordato in altre occasioni, il Premier ha confermato che la politica dei prezzi del mercato energifero va ripensata alla luce dei cambiamenti introdotti dalla transizione energetica. La Ue si avvia, infatti, a contrattazioni sulla base di acquisti e stoccaggi comuni, ad oggi già arrivati al 40% della capienza, un risultato di 5 punti più alto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Leadership Onu su crisi alimentare

Condivisa anche la preoccupazione per le ricadute della guerra sulla crisi alimentare mondiale che potrebbe colpire milioni di persone nei Paesi poveri. La leadership resta in mano alle Nazioni Unite, ha detto Draghi, che per prime hanno iniziato ad occuparsene. La soluzione è nello sblocco del traffico navale dei porti ucraini che vanno sminati, a condizione che ci sia l’impegno da parte dei russi di non attaccare le navi in transito. Anche Putin impone rassicurazioni sulla natura dei carichi, che si tratti solo di grano e non di armi. La Ue, intanto, sta studiando tragitti alternativi su rotaia, di portata minore, però, delle navi. L’obiettivo è svuotare i silos per far posto ai nuovi raccolti di cereali in arrivo.

Ripensare gli equilibri commerciali anche a guerra finita

Le sanzioni dureranno ancora a lungo e si dovrà fare i conti con equilibri commerciali modificati radicalmente ha detto il nostro Premier; a guerra finita non si tornerà comunque alla situazione precedente. Anche la difesa comunitaria va ripensata. L’Unione nel suo complesso spende 4 volte tanto per gli armamenti rispetto alla Russia e importa per il 60% armi dal resto del mondo. Vanno evitati duplicazioni e acquisti in quei Paesi, Stati Uniti compresi, che non adottino il principio di reciprocità nell’import rispetto alla Unione.

In Europa inflazione contenuta. Politiche monetarie graduali

Fortunatamente in Europa l’inflazione, esclusi energia e cibo, resta bassa così come non sono cresciute le aspettative inflazionistiche, una situazione che ci differenzia dagli Stati Uniti. Il Governo, però, continuerà a restare accanto alle famiglie povere, che hanno raggiunto in Italia i 6 milioni. Per sostenere i deboli e la competitività delle imprese ha già stanziato circa 30 MLD di euro. Per il futuro valuterà se saranno necessari altri sostegni, ma cercando di continuare a trovare le risorse nel bilancio, senza gli scostamenti tanto invisi a Draghi.

Reazioni di Mosca: “solo odio per i russi”

Prevedibile l’immediata reazione di Mosca al sesto pacchetto di sanzioni. Per il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, , alla base di queste ultime decisione c’è solo “l’odio per la Russia e per i russi, il che è disgustoso e irrazionale”. Non è solo l’embargo, il divieto ai voli aerei, ai viaggi all’estero e al divieto all’uso di alcuni strumenti di pagamento a far reagire il Cremlino, ma anche, il sequestro di beni della Banca centrale russa, che, secondo Medvedev, è stato messo in atto per destabilizzare l’economia del Paese, colpire il rublo, aumentare l’inflazione a danno del tenore di vita di tutti i cittadini. Un nervosismo crescente da parte di Mosca giustificato anche dalla consapevolezza che sono arrivo gli effetti massimi delle sanzioni a partire da questa estate, come ha ricordato Draghi.

Fonte foto: governo.it

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