giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

Dionisio Cumbà, come nasce un Ministro della Salute

Esistono vite che hanno i confini di luce dell’esempio, perché riescono a cambiare le cose, perché insegnano come progredisce l’umanità. Quella di Dionisio Cumbà è una di queste vite esemplari.

Nato in un villaggio della Nigeria, a Jugudu, Dionisio ancor bambino, dodicenne, non aveva il necessario, né aiuti, né santi in paradiso, ad eccezion fatta di suo padre, morto prematuramente e che, in opposizione alle scelte lavorative necessarie alla sopravvivenza, gli dice in sogno “devi continuare a studiare”.

Dionisio lo ascolta, nonostante non avesse più le condizioni per andare avanti, nonostante facesse già 8 kilometri a piedi dal villaggio alla scuola. Decide di raccogliere frutti selvatici da vendere ai lati della strada, per poter comprare da sé quel necessario: un quaderno, un pantaloncino, una maglietta, un paio di scarpe. Noi sappiamo più cos’è il necessario?

Per frequentare le superiori si deve trasferire dal suo villaggio a Bissau e superare un esame, che supera, dopo aver venduto una gallina per pagarsi il viaggio e aver dormito a terra, sotto un lampione, per essere puntuale presso il liceo che avrebbe poi frequentato. “Non so cosa trovo per la strada, ma devo partire; non so come farò a sopravvivere, ma devo continuare a studiare”, questo mi racconta di aver detto a se stesso Dionisio, un gigante spirituale, perché la sua non è solo forza di volontà, questa non è sufficiente, la sua è fede, è un motore interno acceso che attinge dal credere nella potenza della vita.

Incontra Padre Ermanno Battisti, prete missionario che gli insegna ad intagliare il legno e lo ospita presso il suo centro per ragazzi. Finito il liceo ottiene una borsa di studio per arrivare in Italia, ma non è che l’inizio. Studia e lavora. Vuole profondamente fare il medico, ma le risorse sono insufficienti, così ripiega su scienze infermieristiche. Le vicende che seguono sono sfinenti, eppure lui affronta tutto, supera tutto. Lavora come inserviente in ospedale, porta da mangiare ai malati e si iscrive a medicina, riceve l’aiuto di alcune famiglie di Vicenza che contribuiscono a sostenere gli studi.

Alla fine Dionisio si laurea in medicina e si specializza in chirurgia pediatrica, a Padova. Nel frattempo conosce e sposa l’amore della sua vita, un’infermiera di pediatria. Per lui è pronto un posto di lavoro a Londra e una brillante carriera si profila all’orizzonte. Eppure tutto cambia di nuovo, perché Dionisio straordinario lo è davvero, perché capace di gratitudine e di obbedire alla propria coscienza. Fa un ultimo viaggio in Guinea per salutare i suoi, ma lì incontra una madre disperata con una bimba di 15 giorni, nata senza l’ano e prossima alla morte. Non c’è sala operatoria, solo una clinica dismessa da tempo. Dionisio, facendosi luce con un cellulare, opera la bambina, che sopravvive e ancora oggi va a fargli visita. Così si domanda “cosa devo fare della mia vita?” e decide di lasciare tutto e tornare in Guinea.

Sua moglie lo sostiene dandogli la forza emotiva necessaria e lui diventa l’unico chirurgo pediatra della regione. Dopo sei anni, nel 2021 viene eletto Ministro della Salute della Guinea Bissau, ma non smette di operare, perché sa che di lui si ha bisogno. Di uomini così abbiamo tutti bisogno, come faro nel mare del disincanto. Ecco l’intervista:

Cosa ti rende felice?
Le persone che come me credono che sia possibile realizzare un mondo dove la pace sia realtà e dove l’accesso alla giustizia, all’educazione scolastica e alla salute siano possibili a tutti.

Cosa ti spaventa?
Chi crede e beneficia della disuguaglianza e dell’ingiustizia.

Cos’è la salute?
La salute non attiene soltanto alle cure, ma riguarda anche la dimensione affettiva e progettuale di un essere umano ed è determinata anche dagli affetti che ti sostengono.

Cos’è la malattia?
La malattia è solitudine e impotenza di fronte alla sorte.

In cosa credi quando tutto crolla?
Da cristiano, credo che ci sia qualcosa di più alto che ci guida e ci esorta a non avere paura. Credo poi nell’amore che si realizza tra esseri umani.

Qual è il tuo messaggio per i giovani?
Se volete realizzare un mondo migliore non abbiate paura di donarvi, siate generosi.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

“Abolire le correnti dei magistrati Csm, voto proporzionale e sorteggio”

Cristina Calzecchi Onesti

AI. È artificiale ma non è ancora intelligente

Cristina Calzecchi Onesti

2022, la mappa mondiale dei conflitti. La disinformazione assedia le democrazie

Enzo Cartellino e Emanuela Antonacci

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.