giovedì, 25 Aprile, 2024
Attualità

Edilizia. Confederazioni artigiane: Soa scelta sbagliata contro Pmi

La norma “Taglia prezzi” approvata dal Senato, più che un vantaggio rischia di essere per le piccole imprese un rompicapo in più. A sottolineare le incongruenze e la “discriminazione” è la Confederazione
nazionale degli artigiani. “L’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione Soa per operare nel mercato dei bonus edilizi, ha riportato nell’incertezza cittadini e imprese che ora si trovano in una
giungla normativa nella quale hanno difficoltà a districarsi”. Cna, Confartigianato e Casartigiani, ossia le Associazioni di categoria fanno quadrato e rivelano: “Come era prevedibile, il solo annuncio
dell’approvazione della norma ha nuovamente bloccato il mercato, dopo le ultime disposizioni che cercanodi riattivare le cessioni dei crediti e hanno facilitato l’accesso al beneficio sino al 31 dicembre 2022 per le
unità abitative unifamiliari. E’ iniziata la corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni Soa, che peraltro, non rappresenta garanzia assoluta di qualificazione di un’impresa”.

Rischio di concorrenza sleale

Cna, Confartigianato e Casartigiani, avanzano un dubbio. “Forse” scrivono, “l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più
elevato in favore di un piccolo numero di imprese certificate Soa (complessivamente 23.000, di cui solo circa 17.000 per le categorie interessate), a scapito delle quasi 500 mila imprese operanti nel
comparto delle costruzioni, che costituiscono la vera ossatura del settore e rappresentano la prima risposta alle istanze dei cittadini. Il risultato ottenuto è l’ennesimo stop ad una misura che evidentemente è stata messa sul percorso del declino. Peccato!”

Scelta discriminatoria

Cna, Confartigianato e Casartigiani ribadiscono che di tratta di una scelta che crea differenze tra imprese. “Questa non è la strada giusta né per contrastare il fenomeno delle frodi né per raggiungere gli
obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto”, concludono le Confederazioni, “una legge – da tempo attesa dal settore – che riconosca il profilo professionale
ed i requisiti delle imprese edili senza imitare, senza ragione, negli appalti privati gli istituti tipici del settore pubblico”.

 

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