sabato, 27 Aprile, 2024
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Serie A, l’Inter sogna lo scudetto

Vincendo l’anticipo del venerdì, l’Inter ha mantenuto invariata la distanza in classifica con il Milan a cinque giornate al termine del campionato. La squadra è pronta alla volata finale per la conquista della vittoria finale. ci sono tutte le condizioni perché Inzaghi e i suoi ragazzi possano guardare avanti con ottimismo: il periodo grigio (per qualcuno era persino nero) è ormai definitivamente alle spalle, come hanno certificato le tre vittorie consecutive che hanno riportato in alto i nerazzurri. La prima, a Torino contro la Juventus, più fortunata che meritata, la seconda contro il Verona figlia del gioco ritrovato e la terza a Spezia al termine di una gara tenuta bene in pugno con la solidità di chi ha rispolverato le proprie armi e ha ricominciato a giocare e leggere la partita come qualche mese fa.

Un’Inter rigenerata, che dopo aver scollinato il momento difficile ha ripreso a marciare, ritrovando i singoli e il gioco, dove i primi sono essenziali per il secondo. Così a metà campo Brozovic e Barella hanno fatto la differenza, con il croato che ha anche trovato il gol del vantaggio sul finire del primo tempo, a coronamento di un’azione che lui stesso aveva avviato e che è andato a chiudere con un sinistro perfetto sotto la traversa. Brozovic non segnava in campionato dal 12 maggio 2021 (suo il primo gol nel 3-1 alla Roma) e in questa stagione aveva trovato la rete solo contro lo Sheriff in Champions League. Quella di ieri lo ha anche fatto diventare il 17° marcatore nerazzurro in campionato (solo nel 2007-08 e nel 2019-20 l’Inter aveva registrato un numero più alto di marcatori, 18). Barella, invece, è stato il giocatore che ha percorso più chilometri di tutti (12,295), a conferma di una condizione ritrovata e di una capacità di muoversi all’interno della partita con quella lucidità che nelle precedenti gare sembrava smarrita.

Il tutto amalgamato dalla qualità di Calhanoglu e dalla spinta incessante di Perisic, che vanno a completare un reparto in cui le caratteristiche dei vari interpreti si fondono perfettamente, risultando la fonte del gioco nerazzurro. La sorpresa della serata, almeno inizialmente, era stata la panchina di Lautaro, che tutti davano titolare dopo aver scontato la squalifica contro il Verona. Al suo posto Correa, fumoso e sprecone, ennesima occasione gettata al vento per scalare le gerarchie in attacco. Lautaro, scuro in volto, è subentrato nel secondo tempo, rispondendo nell’unico modo in cui un attaccante lo deve fare, ovvero mettendo a segno con una zampata da attaccante di razza il gol che ha incanalato la partita, riaperta per poco dal gol di Maggiore prima che Sanchez la mandasse in archivio con il terzo gol in contropiede, ancora su assist del Toro. Con un dato curioso: Lautaro Martinez ha segnato sette gol di venerdì, nessun giocatore ha fatto meglio in Serie A in questo giorno della settimana.

L’Inter si gode una Pasqua in scia al Milan capolista, ma non vede l’ora di incrociare i guantoni con i rossoneri nel derby di Coppa Italia di martedì, che vale la finale e forse molto di più. Perché l’Inter sta bene, e sa che un successo contro Giroud e compagni sarebbe una spinta clamorosa nel finale di stagione, con il recupero di Bologna del 27 aprile che in tanti vedono come il jolly da conservare in tasca e giocarsi nel momento migliore. E se tre indizi fanno una prova, tre vittorie consecutive fanno una certezza: l’Inter è tornata ed è pronta, nella testa e nelle gambe, alla volata finale.

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