lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Famiglie, debito a 574,8 mld. Rischio usura per le Pmi

C’è un’ Italia che vede salire i propri debiti ogni anno di più, e all’opposto, c’è chi annota la crescita dei propri maxi depositi bancari. Due Italie: la prima che ha 574,8 miliardi di euro di debito, mentre la seconda detiene nei conti correnti 1.956 miliardi. Povertà e ricchezza si incontrano statisticamente: gli indigenti per lo più sono segnalati al Centro rischi finanziari (Crif); i ricchi – per essere considerati ricchi occorre percepire un reddito mensile tra i 6.700 e i 9.200 euro – devono competere con l’inflazione che a marzo ha toccato 6,7%. Anche loro hanno dei grattacapi perché come suona il detto “cash is trash”, lasciare fermo il capitale, in attesa di investimenti e un futuro migliore, apre le porte alla erosione di quanto si possiede.

Il debito al galoppo

A fine 2021 il debito delle famiglie ammontava complessivamente a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto al 2020). L’importo medio per nucleo famigliare era di 22.237 euro; se confrontato con il dato di 12 mesi prima, la variazione è stata positiva e pari a 851 euro.
A preoccupare l’Ufficio studio della società di analisi sociali e finanziarie “Cgia di Mestre”, comunque, “non è tanto ciò che si è in grado di misurare, ma quello che non si riesce nemmeno a intravedere; come, ad esempio, il rischio usura”. Un fenomeno, quest’ultimo, che, da sempre, è difficilmente dimensionabile, anche quando si hanno dati statistici recenti sul numero di denunce notificate alle forze dell’ordine. Figuriamoci ora, che gli ultimi dati disponibili sono riferiti a un paio di anni fa.

Critica ma non drammatica

I debiti sono in aumento e gli effetti negativi del caro vita e del caro bollette sono esplosi solo dopo l’inizio di quest’anno, “la situazione è critica, ma non drammatica”, sottolinea la Cgia, “E’ probabile che l’incremento sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta l’anno scorso. Va segnalato che le aree provinciali più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori”, ipotizza la Cgia, “potrebbero essere legati ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono riconducibili a famiglie benestanti”.

Reddito e povertà

La maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nelle famiglie economicamente più deboli, ovvero in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale. I dati dell’Istat, calcola la Cgia, “ci dicono inoltre, che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi”

Piccole imprese doppie spese

L’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette energetiche potrebbero peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie. “Segnaliamo, in particolar modo”, fa presente il Centro studi Cgia, “che molti artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Una situazione che per molte attività sta diventando impossibile da sostenere”.

Il rischio usura

Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria non è possibile dimensionare l’usura. Questo fenomeno per il Centro studi è molto “carsico”; chi finisce nella rete dei criminali spesso ha paura di denunciare i suoi aguzzini perché teme per l’incolumità propria e dei suoi familiari. “E con la crisi economica ormai nuovamente alle porte, anche le forze dell’ordine denunciano da tempo molti segnali di avvicinamento delle organizzazioni criminali al mondo dell’imprenditoria”, sottolinea la Cgia, “in particolare quella composta da artigiani, negozianti e partite Iva”.

Autonomi nel mirino

Lavoratori autonomi che si indebitano per poche migliaia di euro, ma nel giro di qualche mese si trovano nell’impossibilità di restituire questi soldi, perché nel frattempo gli interessi hanno raggiunto livelli spaventosi. Sono queste, secondo l’Ufficio studi della Cgia, le realtà più a rischio. “Questo dimostra che lo Stato deve intervenire con massicce dosi di liquidità, altrimenti molte imprese cadranno prigioniere di questi fuorilegge”.

Fondo per la Prevenzione

È necessario incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura”, per la società di Mestre, si tratta di uno strumento, presente da decenni, ma poco utilizzato. “Anche perché sconosciuto ai più e, conseguentemente, con scarse risorse economiche a disposizione”.

Debiti, Milano al top

Le famiglie più in “rosso” sono residenti nella provincia di Milano, con un debito medio di 33.523 euro; al secondo posto scorgiamo quelle di Monza-Brianza, con 31.547 euro e al terzo posto le residenti a Bolzano, con 30.643 euro. Appena fuori dal podio notiamo quelle di Roma, con un debito medio che ammonta a 30.441 euro, quelle di Como, con 29.564 euro e quelle di Prato con 29.310 euro. Tra le meno esposte, invece, segnaliamo le famiglie residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un’esposizione di 10.712 euro, quelle di Agrigento, con un debito di 10.185 euro e quelle di Vibo Valentia, con 9.964 euro. Infine, le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a 9.468 euro.

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