sabato, 20 Aprile, 2024
Il silenzio delle parole

Se non è liberale non è democrazia

Ecco una provocazione politologica, un’opportunità per discutere ancora una volta e con utile distacco del concetto di democrazia: la lettura un po’ asciugata nel testo di alcune riflessioni del professor Luciano Canfora, storico, filologo e profondo conoscitore del mondo antico.

Canfora gioca con la storia ma nel suo tiro al bersaglio non va distante dal vero storico: “La democrazia non è liberale”, è il titolo provocatorio di una recente intervista, capace di scavare su tema così centrale e delicato.

«La parola democratia è composta dalle parole demos, popolo, e cratia, potere, ma se guardiamo cosa scriveva Aristotele, alla fine del libro III e all’inizio del IV della Politica, “democrazia vuol dire governo dei poveri, dei non possidenti, anche se sono una minoranza numerica”. …In latino la parola democrazia non esiste. … e … ancora nella lingua italiana del trecento “maggioranza” significava sopraffazione. …».

La verità è che non conosciamo il vero significato della parola, la Prima Repubblica francese, tra il 1792 e il 1793 cosa espresse? «… il conflitto sociale era talmente forte che una parte della Convenzione fece arrestare e mettere in galera l’altra metà».

Il più grande vocabolario di lingua inglese, l’Oxford Dictionary, fino agli inizi del novecento: «… la spiegazione del termine “democracy” era “social revolution”, rivoluzione sociale. Perché la parola democrazia è malvista dalla tradizione liberale …

La democrazia è una parola di battaglia, di lotta, sia per chi la apprezza sia per chi la detesta. Quanto al sistema rappresentativo, un padre della democrazia moderna come Rousseau lo ha definito – ai suoi tempi – un inganno: “Il popolo inglese va a votare e il giorno dopo ridiventa schiavo perché ha delegato ad altri la sovranità attraverso il meccanismo elettorale”. Persino un pensatore che ha avuto un peso fondamentale nella storia della democrazia moderna aveva forti riserve rispetto al sistema rappresentativo. … Quando la città simbolo dell’oligarchia nell’antica Grecia, Sparta, dichiarò guerra ad Atene nel 431 a.C. la sua parola d’ordine era “esportare la libertà”. E distrusse Atene. …

Quando Napoleone dominava l’Europa la Francia rivoluzionaria diceva di portare la libertà nei Paesi che stava invadendo. Trovo che si faccia un uso confuso e contraddittorio di parole importanti … che col tempo hanno assunto un significato strumentale funzionando in un’altra accezione. Come i romani quando dicevano bellum iustum, la guerra è giusta. Non è vero, le guerre non sono giuste, ma siccome i romani avevano la forza di imporre questa lettura, ecco che le guerre dei romani diventavano giuste. … e la Guerra Fredda, quando gli Stati Uniti pagavano giornali e giornalisti perché facessero un’informazione conforme ai loro propositi. Che poi è la stessa cosa che facevano gli zar: quando si aprirono gli archivi riservati, dopo il crollo dell’impero, venne fuori una lista impressionante di giornalisti inglesi e francesi pagati perché orientassero l’opinione pubblica alle esigenze russe. … Nel maggio del 2020 una struttura molto autorevole negli Usa, la Freedom House, stabilì il “democratometro”, definendo vari parametri che rendono democratico un Paese. I primi tre erano: assenza di corruzione nella politica, un sistema elettorale non truffaldino, rifiuto del razzismo. Non mi pare che gli Stati Uniti assolvano pienamente questi requisiti».

Ma se chiediamo al prof. Canfora chi consiglierebbe di rileggere oggi per una buona educazione democratica? Il professore risponde: «L’Ancien Régime et la Révolution di Tocqueville e Destra e Sinistra di Bobbio», si torna ai classici che contano, dove le ideologie o le letture di parte lasciano il passo. Effettivamente in questi testi troviamo una lettura moderna e contemporanea, fra ‘800 e ‘900, della dialettica fra conservazione e forze di progresso.

Sullo sfondo la natura in movimento delle democrazie occidentali, fra provocatorie ricostruzioni della storia e anticipazioni dei modelli futuri di società, laboratori da maneggiare con grande saggezza e matura diffidenza.

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