Cassa integrazione Covid estesa fino a alla fine di marzo. È la richiesta della Uil al Parlamento. Una soluzione dettata dalla impennata di contagi e con lavoratori senza ammortizzatori economici.
Il Parlamento intervenga
“Non è mai troppo tardi”, sottolinea il sindacato, “il Parlamento, che a breve sarà chiamato alla conversione del decreto Milleproroghe, deve cogliere l’occasione per rimediare alla decisione del Governodi qualche giorno fa: subito altre settimane di cassa integrazione con la motivazione Covid”
Settori senza ripresa
Per la Uil vanno dati sostegni a quei settori ancora in forte difficoltà per il perdurare e l’estendersi dei contagi. “Così si proteggono lavoratrici e lavoratori di settori che ancora non sono ripartiti”,
propone il sindacato, “Il turismo e lo spettacolo, certo, ma anche i servizi e il terziario, le imprese manifatturiere, anzitutto il comparto moda, e dell’artigianato”.
Pochi fondi dal Governo Il Governo secondo la Uil ha avuto “il braccino corto” con il decreto Sostegni ter: “non basta certo esonerare i datori di lavoro dal pagamento della contribuzione addizionale dovuta da chi
utilizza gli ammortizzatori sociali, non ci si può occupare solo delle discoteche e dei radio taxi”, osserva l’Unione Italiana lavoratori, “bene fanno, allora, diversi parlamentari di schieramenti diversi a proporre emendamenti che allargano la protezione dei dipendenti e aiutano, davvero, le imprese”.
Gestione eccezionale La Uil chiede così al Parlamento di farsi carico di una gestione straordinaria degli ammortizzatori, “in una fase che, dal punto di vista pandemico, economico, produttivo, occupazionale, è
eccezionale, sarebbe la scelta più giusta”. Una gestione che preveda un aggiornamento dei tempi e quindi un prolungamento della cassa integrazione Covid “Peraltro, con questo slittamento, si darebbe modo
di far partire, per bene, la riforma della cassa integrazione appena decisa”, conclude la Uil, “programmando e gestendo modifiche di regolamenti, approntando procedure, illustrando obblighi e opportunità, soprattutto ai settori che ora entrano in questa modalità di protezione del lavoro”.