venerdì, 26 Aprile, 2024
Politica

Il sogno di Renzi “il Magnifico”. Ago della bilancia con l’area di centro

Le strategie complesse emerse dalla Leopolda 11

Lui non lo dice, ma l’ideale politico cui Renzi si ispira è il fiorentino Lorenzo il Magnifico. Alleato di Venezia contro il Ducato di Milano, combatté con Milano contro Ferrara; poi con il Papa contro Venezia, si alleò con Ferdinando di Napoli contro Innocenzo VIII e infine fu l’artefice della pace tra i due nel 1486. E fu chiamato ago della bilancia dell’Italia rinascimentale.
Il ruolo che Renzi si è disegnato è quello di “ago della bilancia” di una politica che lui descrive così: una destra-destra a conduzione sovranista Salvini-Meloni, una sinistra debole e confusa di Letta impaniata con i populisti di Conte. In mezzo si pone lui con l’ambizione di fare il federatore di un’area ampia che parte da Calenda e Bonino e finisce per coinvolgere la residua parte moderata di un centro-destra che non c ‘è più.
Un progetto ambizioso anche perché finora Renzi è stato più un politico di rottura che un abile tessitore.

Ruppe prima con Letta, poi con la vecchia guardia del Pd, in seguito con i cittadini italiani che prima gli bocciarono il referendum, poi gli affossarono il partito nelle elezioni del 2018. L’unica tessitura che fece fu proprio quella del Conte 2 tra Pd e 5 Stelle, ma la sconfessò un minuto dopo aver votato la fiducia, uscendo dal partito. Da allora il suo nemico numero 1 è Giuseppe Conte. Bersaglio facile e di comodo quando descrive i 5 stelle com’erano e come ora non sono più.

Nella Leopolda 11 Renzi ha finito per rompere tutti i ponti residui che lo temevano agganciato al Pd. Un’operazione temeraria. E ancora non si vede come possa effettivamente convincere le anime sparse della sinistra e ciò che rimane di Forza Italia a mettersi insieme sotto la sua ala protettrice.

Ha citato Aldo Moro e il suo elogio della “elasticità”. Il calcolo politico di Renzi è semplice e ardito insieme.

Alle prossime elezioni -che lui dice di vedere vicine ma invece vorrebbe lontane- nessuno dei due schieramenti avrà la maggioranza. Un’area del 10% -la sua- potrebbe decidere la partita. Ma favore di chi? Allearsi con Letta e Conte, dopo tutto quello che ha detto e non detto di loro significherebbe doversi rimangiare parecchi rospi. Allearsi con Salvini e Meloni , per lui che si sente il Macron italiano, sarebbe un’onta. E allora cosa pensa di fare col 10? Lui è convinto che il “potere di coalizione” gli darà la forza di imporre a Letta di umiliare i 5 Stelle e a Salvini-Meloni di smettere di essere contro l’Europa. Entrambe missioni che sembrano davvero impossibili.

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