giovedì, 25 Aprile, 2024
Lavoro

Rdc. I sindacati: sui 2600 navigator intervenga il Ministero. No al licenziamento di massa

Mentre le notizie cronaca si susseguono sui furbetti del Reddito di cittadinanza e la riforma del beneficio con norme più stringenti è cosa fatta, per i “navigator” – sono tremila e di questo 600 hanno già lasciato il loro impiego perché insoddisfatti – si apre la via del licenziamento.
Nessuna norma infatti è prevista per il salvataggio dei giovani assunti da Anpal Servizi impiegati da tre anni nei centri per l’impiego, con un contratto che scade il 31 dicembre.

Manifestazione dei sindacati In difesa dei Navigator, ora Cgil Cisl e Uil hanno convocato per il 18 novembre un presidio di protesta sotto il ministero del Lavoro, chiedono per i 2.400 navigator
rimasti una stabilizzazione e intanto una proroga. “La prossima settimana il governo dovrà varare un nuovo decreto sul Gol”, scrivono i sindacati, “percorso che affida alle agenzie interinali la ricerca di lavoro per i beneficiari del reddito, legato al Piano nazionale di Ripresa”.

Salvare le competenze

I sindacati insistono su un punto, quello delle competenze da salvare. “Crediamo sia indispensabile, anche alla luce dell’importante investimento sulle politiche attive previsto dal Pnrr”, prosegue la nota di Cgil Cisl e Uil, “salvaguardare le competenze e l’esperienza maturata dai navigator, i cui contratti scadranno a fine anno e che purtroppo nessuna norma in legge di Bilancio ne prevede una eventuale proroga”.

Ad affermarlo, in una nota, la“Da tempo”, ricorda la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, “abbiamo attivato una vertenza unitaria e abbiamo chiesto un incontro al Ministro Andrea Orlando. Intanto, il prossimo 18 novembre saremo in presidio, davanti al Ministero del Lavoro, con le categorie
NIdiL Cgil, FeLSA Cisl, UilTemp, per rivendicare”, conclude Scacchetti, “soluzioni immediate volte a garantire la continuità occupazionale a tutti coloro che, in questi anni, hanno contribuito al funzionamento
dell’intero sistema delle politiche attive nazionali”.

 

 

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