giovedì, 12 Giugno, 2025
Attualità

Made in Italy, settori in difficoltà. Salgono del 30% le richieste di cassa integrazione

Nei primi tre mesi via libera a 176,5 milioni di ore di ammortizzatore

Una crescita del 30,2%, un salto che preoccupa. Si tratta del nuovo balzo delle richieste di cassa integrazione da parte delle imprese. Il calcolo reso noto dall’Osservatorio dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, è relativo ai primi tre mesi dell’anno, quando complessivamente sono state date il via libera a 176,5 milioni di ore di ammortizzatore, con una crescita per l’appunto del 30,2% rispetto alle 135,5 milioni di ore del primo trimestre 2024.

Il Made in Italy in difficoltà

Le richieste di cassa integrazione arrivano da settori produttivi in difficoltà, soprattutto quelli legati al manifatturiero Made in Italy. L’Inps ha accompagnato la presentazione dei dati con una nota. “Il dato riflette, prevalentemente, le esigenze di alcuni comparti produttivi con rilevante peso occupazionale”, evidenzia l’Istituto, “come il metalmeccanico, il tessile, l’abbigliamento, il cuoio e le calzature, interessati da processi di transizione e adeguamento organizzativo”. Insomma, larghi settori della manifattura made in Italy sono in difficoltà.

Cassa integrazione

Nella sua analisi l’Inps “spacchetta” il dato tra Cassa integrazione ordinaria e cassa integrazione straordinaria.
A marzo la Cig, ossia l cassa integrazione ordinaria, ha segnato una richiesta di 30,7 milioni di ore, in aumento rispetto alle 30,1 milioni di ore di febbraio e alle 24,7 milioni di marzo 2024. “Il dato”, secondo le valutazioni dell’Istituto, “sembra quindi confermare l’impiego della misura per la gestione ordinaria di riduzioni temporanee dell’attività produttiva”.

Salgono le ore di Cigs

Nel confronto tendenziale è in crescita molto forte la richiesta di Cigs, cioè la cassa integrazione straordinaria che si utilizza per le crisi più complesse: siamo addirittura a +119,47%, passando dalle 13,6 milioni di ore autorizzate a marzo 2024 alle 29,9 milioni di ore autorizzate a marzo 2025 (di cui 16,2 milioni per contratti di solidarietà). Sempre a marzo 2025 le ore autorizzate nei fondi di solidarietà sono state 953mila, in aumento rispetto alle 797mila del mese precedente, ma in calo rispetto alle 968mila di marzo 2024.

Impennata delle domande

Il contraccolpo della cassa integrazione arriva fino alle domande per l’indennità di disoccupazione. L’impennata delle domande per l’ottenimento della Naspi (l’indennità di disoccupazione), evidenziano le
difficoltà che si stanno osservando in quei settori produttivi sul mercato del lavoro. A novembre l’Inps ha reso noto che i beneficiari sono risultati 1.303.982. C’è un lieve incremento (pari al 2,2%) rispetto al dato disponibile per lo stesso mese dell’anno precedente, quando i beneficiari di Naspi sono stati 1.275.505.

La stretta sulla Naspi

Il governo ha introdotto una riforma in termini più restrittivi sulla Naspi a partire dal 1° gennaio 2025, con il via libera della Legge di Bilancio 2025. In particolare, la riforma ha introdotto nuovi requisiti per l’accesso alla Naspi, rendendo più difficile ottenerla in situazioni specifiche, soprattutto per chi si dimette e viene poi riassunto e licenziato entro breve tempo. Se un lavoratore si dimette da un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e viene riassunto nello stesso ruolo entro 3 mesi, non avrà diritto alla Naspi in caso di successivo licenziamento. Questa norma mira a contrastare il fenomeno di “dimissioni-riassunzione” per ottenere l’indennità.

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