domenica, 19 Gennaio, 2025
Attualità

Un Imam e un vescovo siriano insieme a Roma nel segno di Padre Dall’Oglio

Sereni e sorridenti, l’Imam della Moschea di Roma, Dottor Nader Akkad e l’arcivescovo siriano Youhanna Jihad Battah della Chiesa cattolica sira, si siedono allo storico bar di Sant’Eustacchio a Roma per prendere un caffè insieme. Li fotografo perché non credo che sarà tanto facile rivedere una scena simile. Hanno appena assistito alla proiezione del documentario sulla vita di Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita rapito il 29 luglio del 2013 a Raqqa e di cui non si è più saputo nulla. Del sacerdote, fondatore della comunità interreligiosa del Monastero di Der Mar Musa, ormai si sono perse le tracce, ma la famiglia non demorde tenendo acceso il ricordo a ogni ricorrenza della scomparsa. Quest’anno hanno presentato nella Sala Zuccari del Senato il cortometraggio sulla vita e la missione di Padre Paolo, frutto di 40 ore di testimonianze e 33 interviste, firmato dal regista Fabio Segatori.

I due decani religiosi non hanno voluto mancare l’appuntamento di quest’anno per testimoniare la profonda stima e gratitudine per il gesuita che ha donato la vita al superamento degli steccati fideistici, troppo spesso utilizzati per nascondere le vere ragioni dei conflitti. Il loro sorriso e la confidenzialità della loro sosta in quel bar sembrano la riprova più concreta che le parole “profetiche” , come le ha definite anche il Santo Padre, di Dall’Oglio non fossero frutto solo di una visione interreligiosa, ma “religiosa tout court, priva di sincretismi, perché spogliata delle distinzioni”, come sottolineato dal giornalista Nidal Shoukeir.
Padre Paolo Dall’Oglio, ha ricordato l’Imam di Roma, è il stato il primo sostenitore della rivoluzione siriana nel 2011, quando il regime schiacciava un popolo che restava silente. Proprio per questo inviso al regime militare di Assad, che, infatti, lo esiliò. Considerato un sovversivo scomodo, in anni davvero bui per il popolo siriano, andava a tutti costi silenziato.
Dalla comunità da lui fondata sono comunque usciti 4 vescovi tra cui lo stesso arcivescovo Battah, che ai microfoni di Coffee break de La7, ha invocato il sostegno dell’Europa in questa fase delicatissima che il suo Paese, in profonda trasformazione, sta affrontando, all’indomani della caduta del regime di Assad, sostituito ad interim dall’ex terrorista islamico Al Joulani, che strizza l’occhio alla modernità, ma non senza ombre e ambiguità.
Secondo Padre Lombardi, anch’esso presente alla proiezione del documentario, Padre Dall’Oglio rappresenta l’incarnazione della fede cristiana che si incontra con le altre religioni, come quella islamica ed ebrea, andando alla radice di queste e superando le diversità. La fede vivente che interagisce con il mondo siriano. Insieme, con e per la comunità siriana. L’auspicio – dice Padre Lombardi – è che la comunità di Der Mar Musa possa continuare a creare e fondare un percorso comune, nell’unico amore per Dio. Speranza che sembra trovare una sponda in Al Joulani che, secondo le parole riportate dal quotidiano Avvenire, avrebbe detto “Nessuno ha il diritto di cancellare un altro gruppo. Queste comunità religiose hanno coesistito in questa regione per centinaia di anni e nessuno ha il diritto di eliminarle”. Ma ad oggi capire le sue reali intenzioni non è facile.

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