mercoledì, 4 Dicembre, 2024
Agroalimentare

200mila irregolari nei campi: l’agricoltura italiana tra sfruttamento e agromafie

Paghe basse, lavoro nero e violenze di genere: il VII Rapporto dell’Osservatorio Placido Rizzotto svela la realtà di un settore chiave

L’agricoltura italiana, settore cardine dell’economia nazionale con un valore di 73,5 miliardi di euro, nasconde un lato oscuro: il dramma di 200mila lavoratori e lavoratrici irregolari. Sfruttamento, lavoro nero, paghe da fame e condizioni di lavoro disumane caratterizzano una realtà denunciata dal VII Rapporto Agromafie e Caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto, che sarà presentato domani al Centro Congressi Frentani di Roma. Un quadro desolante emerge da questa analisi annuale che rappresenta un punto di riferimento per sindacati, politica, istituzioni, ricercatori e media. I numeri parlano chiaro: nel complesso del settore agroalimentare, i reati e gli illeciti amministrativi sono aumentati del 9,1%, un dato che fotografa un sistema vulnerabile non solo allo sfruttamento lavorativo ma anche all’infiltrazione della criminalità organizzata.

Lavoro povero

Uno degli aspetti più drammatici evidenziati dal Rapporto è il lavoro povero. La retribuzione mediana lorda annuale di un dipendente agricolo in Italia è di soli 6mila euro, una cifra che non consente di vivere dignitosamente. Molti lavoratori del settore primario, spesso stranieri o persone socialmente vulnerabili, si trovano in una spirale di precarietà che li espone al ricatto del lavoro nero e alle dinamiche del caporalato. “La povertà lavorativa non è un’eccezione, ma una condizione strutturale”sottolinea Giovanni Mininni, Segretario generale della Flai Cgil, che interverrà alla presentazione del Rapporto. Particolare attenzione è dedicata alla condizione delle lavoratrici agricole, spesso vittime di sfruttamento e di violenze di genere. Il legame tra precarietà lavorativa e vulnerabilità personale viene approfondito attraverso testimonianze e dati raccolti sul campo in regioni come Piemonte, Basilicata, Calabria e Trentino.

“Le donne impiegate in agricoltura subiscono una doppia discriminazione: da un lato, la sottopaga e le condizioni di lavoro precarie; dall’altro, il rischio di molestie e violenze” evidenzia Jean René Bilongo, Presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto.

Un problema nazionale

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il fenomeno dello sfruttamento agricolo non è limitato al Mezzogiorno. Il Rapporto mostra come anche le regioni del Centro e del Nord siano teatro di violazioni sistemiche. Dalla raccolta di frutta in Trentino alle coltivazioni vitivinicole del Piemonte, passando per la Basilicata e la Calabria, il problema si rivela radicato in ogni angolo del Paese.Un dato che preoccupa è l’intreccio tra caporalato e criminalità organizzata, che in molte aree controlla le filiere produttive, amplificando i fenomeni di sfruttamento e lavoro nero.

Il ruolo della criminalità organizzata

La presenza della criminalità organizzata nelle filiere agroalimentari rappresenta un ulteriore fattore di vulnerabilità. Secondo il Rapporto, le agromafie non solo sfruttano i lavoratori, ma inquinano il settore con pratiche illegali che vanno dalla gestione dei terreni alla manipolazione dei mercati. “La criminalità organizzata sfrutta la vulnerabilità dei lavoratori, ma danneggia anche l’intera economia agricola italiana, minando la competitività e la reputazione del nostro Paes,” denuncia Francesca Re David, Segretaria nazionale della Cgil.

Le richieste dell’Osservatorio

Per contrastare questo sistema di sfruttamento e illegalità, l’Osservatorio Placido Rizzotto propone misure concrete:Controlli più efficaci (aumentare le ispezioni nei luoghi di lavoro agricoli e migliorare la collaborazione tra enti pubblici e forze dell’ordine); educazione e sensibilizzazione (promuovere una maggiore consapevolezza tra i lavoratori dei loro diritti e incentivare politiche di inclusione); normative più severe(Rafforzare le leggi contro il caporalato e le sanzioni per le aziende che utilizzano lavoro nero); sostegno alle vittime (creare reti di protezione per i lavoratori sfruttati, offrendo loro opportunità di uscita dalla precarietà).

Un appuntamento per riflettere

La presentazione del VII Rapporto sarà un’occasione per fare il punto sulla situazione e per delineare strategie future. Tra i partecipanti, spiccano personalità come Sergio Costa, Vicepresidente della Camera, Camilla Laureti, Europarlamentare Pd, e Fabio Ciconte, Direttore dell’associazione Terra!.

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