venerdì, 22 Novembre, 2024
Esteri

Hezbollah: bombardata base militare israeliana, ci sono morti e feriti

Ostaggi: nuove richieste complicano i negoziati. Proteste a Tel Aviv per il loro rilancio

Sui negoziati che si protraggono si allungano le ombre e i morti dei raid israeliani e dei missili del Libano. Più che azioni per arrivare ad una tregua le tensioni si sono ulteriormente acuite. Ieri le Forze di difesa israeliane hanno confermato di aver attaccato una struttura gestita dall’Unrwa nel campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia di Gaza, affermando che era utilizzata dagli agenti di Hamas come centro di comando. Hezbollah invece ha rivendicato attacchi contro le basi militari israeliane parlando di un numero imprecisato di morti e feriti.

Tel Aviv: raid, misure per ridurre danni

Le autorità sanitarie di Gaza invece hanno fornito una versione diversa rivelando che nell’attacco sono morte almeno 16 persone e circa 50 sono rimaste ferite. Prima del raid, secondo la versione di Israele l’Idf aveva adottato “molte misure” per ridurre al minimo i danni ai civili. Intanto il direttore della Cia William Burns sarà in Qatar la settimana prossima per le trattative sul rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza.

Razzi dal Libano su Israele

Fronte sempre più a rischio di una escalation globale è quello con il Libano. La situazione al confine con Israele è indicata come particolarmente instabile. La radio militare israeliana ha riferito che 60 razzi sono stati lanciati verso il nord di Israele dal sud del Libano nelle ultime ore. Il movimento libanese Hezbollah ha rivendicato attacchi contro le basi militari israeliane di Birkat Risha, Al Baghdadi, Nimra e Monte Meron, come vendetta per l’uccisione di uno dei suoi combattenti il giorno precedente. Secondo i miliziani del gruppo armato filo-iraniano i missili avrebbero ucciso e ferito un numero imprecisato di militar israeliani.

Il rilascio degli ostaggi

Intanto si complica la strada per una intesa sulla tregua. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, lo Stato ebraico ha avanzato nuove richieste che potrebbero prolungare i colloqui con Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per un accordo sugli ostaggi in cambio di prigionie. Ieri si è svolta una nuova giornata di protesta in Israele per aumentare la pressione sul governo Netanyahu affinché raggiunga un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco: i manifestanti hanno bloccato numerose strade del Paese e organizzato picchetti davanti alle abitazioni di molti ministri. Le proteste sono iniziate alle 6:29 (le 5:29 in Italia), ovvero l’ora dell’assalto di Hamas contro Israele il 7 ottobre scorso, secondo i media nazionali. I manifestanti sono scesi in piazza, bloccando il traffico nelle ore di punta nei principali incroci del Paese. Sull’autostrada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, inoltre, sono stati incendiati pneumatici.

Gruppi di manifestanti con megafoni e striscioni hanno protestato anche davanti alle abitazioni di numerosi ministri e parlamentari della coalizione. “Fallimento totale! Fallimento totale!”, ha urlato una piccola folla davanti alla casa del ministro Ron Dermer, un membro della cerchia ristretta del premier Benjamin Netanyahu.

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