domenica, 22 Dicembre, 2024
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Zaporizhzhia, raid sulla centrale. Grossi (Aiea): “attacchi sconsiderati”

Vaticano e Svizzera disponibili per negoziati di pace

Sono giorni che Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia per l’energia atomica (Aiea) lancia allarmi sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. La centrale è sotto il controllo russo, ma gli ucraini attaccano con droni. Domenica tre attacchi hanno colpito “le principali strutture di contenimento dei reattori.” Grossi li ha definiti “attacchi sconsiderati” che concorrono ad “aumentare significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente”, e poi ha definito il raid di domenica: “una chiara violazione dei principi fondamentali per la protezione della più grande centrale nucleare d’Europa”.

Nessuno può trarre beneficio o ottenere alcun vantaggio militare o politico dagli attacchi contro gli impianti nucleari, ha spiegato il direttore dell’Aiea: “faccio appello fermamente ai responsabili militari affinché si astengano da qualsiasi azione che violi i principi fondamentali che proteggono gli impianti nucleari”. Secondo l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare (Isin) “una nube radioattiva rilasciata dagli impianti di Zaporizhzhia rimarrebbe circoscritta al territorio ucraino.” La Russia ha reso noto che anche ieri un altro drone è stato abbattuto sul tetto del reattore numero 6 e ha definito quella ucraina “attività terroristica”. Kiev, invece, sostiene che “i russi hanno colpito di nuovo l’impianto industriale a Zaporizhzhia” causando 6 feriti. Insomma appare evidente che aumenta il rischio di un’esplosione nucleare se uno dei due contendenti riterrà la guerra persa e se non si aprono presto dei negoziati.

Pace; pronti Svizzera e Vaticano

La Svizzera e il Vaticano si sono candidati per la mediazione. Il presidente della Cei, cardinale Zuppi a una domanda su un eventuale impegno di Papa Francesco ha risposto: “quello che so, che sono convinto, è che Papa Francesco non si tira mai indietro nel fare qualcosa che possa essere utile e spingere per la pace.” In Svizzera, secondo fonti giornalistiche, sarebbero già pronti a ospitare una conferenza di pace ad alto livello sull’Ucraina a metà giugno. Intanto in Cina è in corso la visita del ministro degli Esteri russo, Lavrov e Pechino ha dichiarato: “continueremo a promuovere i colloqui di pace a modo secondo un nostro passo e manterremo la comunicazione con le parti interessate, comprese Russia e Ucraina.” La Cina, inoltre, ribadisce che “non è parte coinvolta nel conflitto” rispondendo così anche alla Segretaria del Tesoro Usa, Janet Yellen, anche lei in Cina, che ha più volte chiesto di non favorire le produzioni belliche e i mercati finanziari russi.

Russia continua ad avanzare

Nelle ultime settimane la Russia ha colpito “fino all’80%” delle centrali elettriche convenzionali e la metà delle centrali idroelettriche dell’Ucraina “negli attacchi più pesanti dall’inizio della guerra”. Lo ha detto il ministro ucraino dell’Energia German Galushchenko che ha anche aggiunto che “i russi hanno modificato le armi” e rispetto agli anni scorsi droni e missili causano più danni. Per questo il governo danese ha stanziato 40 milioni di corone (circa 5,8 milioni di euro) per ripristinare le infrastrutture energetiche ucraine.

Ma mancano uomini e il comandante delle forze di terra ucraine Alexander Pavlyuk ha lanciato un appello ai connazionali perché si arruolino: “è in gioco il destino del paese” ha scritto Pavlyuk su facebook sottolineando che questo “è un momento storico”. Su altri fronti si intensificano anche gli attacchi informatici a industrie militari e le aziende europee lamentano l’impossibilità di aumentare la produzione di munizioni perché dipendenti dall’importazione di tessile dalla Cina. Per le munizioni, infatti, serve la lanugine che proviene dalle importazioni che stanno scarseggiando.

“Saifullo” nella strage di Mosca

Gli investigatori russi hanno pubblicato un video, trasmesso dalla tv pubblica russa, nel quale uno degli imputati accusato dell’attacco terroristico al Crocus di Mosca, Saidakrami Rachabalizoda, afferma che un uomo di nome “Saifullo” avrebbe contattato lui e gli altri assalitori promettendo loro un milione di rubli a testa da andare a ritirare in Ucraina. “Saifullo ci ha detto di andare a Kiev: là ci avrebbero dato un milione di rubli” (circa 10mila euro), dice l’imputato, “Saifullo ha detto che al confine ucraino ci avrebbero aspettato dei ragazzi che ci avrebbero aiutato ad attraversare la frontiera e ad arrivare a Kiev.” A Roma è stato arrestato un 32enne del Tagikistan ritenuto “membro attivo” dell’Isis e già colpito da mandato di arresto internazionale “per essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014”.

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