A giugno i tassi di interesse potrebbero subire un taglio se le previsioni sul rallentamento dell’inflazione saranno confermate. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in occasione della conferenza “The ECB and Its Watchers XXIV” proposta dal Goethe Institut di Francoforte. “Le proiezioni – ha spiegato la presidente – indicano un’inflazione pari in media al 2,3% nel 2024, 0,4 punti percentuali in meno rispetto all’esercizio di dicembre e 0,9 punti percentuali in meno rispetto a quello di settembre. Ci attendiamo quindi che l’inflazione scenda al 2,0% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.” “Monitoreremo attentamente, oltre ovviamente all’inflazione, i dati su salari, margini di profitto delle imprese e crescita della produttività – ha aggiunto Lagarde -. Se questi dati riveleranno un sufficiente grado di allineamento tra l’andamento dell’inflazione di fondo e le nostre proiezioni, e ipotizzando che la trasmissione rimanga forte, potremo passare alla fase di allentamento del nostro ciclo di politica monetaria e adottare una politica meno restrittiva.”
Previsioni in attesa di conferma
“Entro aprile, e molto di più entro giugno – ha annunciato la presidente – avremo a disposizione nuove proiezioni che confermeranno o meno la validità dell’andamento dell’inflazione da noi previsto a marzo” e “avremo una finestra temporale più ampia per valutare se i dati sull’inflazione continuano a essere sostanzialmente in linea con le nostre proiezioni”. Quanto al futuro, Lagarde ha spiegato che “tuttavia, continueremo a riscontrare pressioni interne sui prezzi. Ci attendiamo, ad esempio, che l’inflazione dei servizi rimanga elevata per gran parte di quest’anno. Nel prossimo futuro sarà quindi necessario confermare su base continuativa che i dati pervenuti sostengono le nostre prospettive di inflazione”.
Decisioni non definitive
Questo, secondo Lagarde, ha due importanti implicazioni per la traiettoria futura della politica monetaria. “In primo luogo – ha spiegato – le nostre decisioni dovranno continuare a fondarsi sui dati ed essere definite di volta in volta a ogni riunione, sulla scorta delle nuove informazioni disponibili. Ciò comporta che anche dopo il primo abbassamento dei tassi, non possiamo vincolarci a un determinato percorso di riduzione. In secondo luogo, il nostro assetto di politica monetaria rimarrà importante per l’analisi dei nuovi dati e la calibrazione dell’adeguato orientamento. Al tempo stesso, dovranno essere esaminati periodicamente i pesi relativi assegnati ai tre criteri”.