lunedì, 16 Dicembre, 2024
Società

Meloni primo premier a Basovizza: “Finora un colpevole silenzio”

Il premier: “In tanti hanno deciso di essere italiani due volte, per nascita e per scelta”

“Sono venuta diverse volte qui a Basovizza e ogni volta me ne sono andata con qualcosa di più nel cuore. Perché questo è un luogo del cuore, che ti dona sempre qualcosa di prezioso. Sono venuta da ragazza, quando lo facevano in pochi e farlo significava essere additati, accusati, isolati”. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri a Basovizza era commossa alla cerimonia nel ricordo delle vittime delle foibe, ma non ha mancato di sottolineare il colpevole oblio di quella vicenda. “Sono venuta per celebrare il Giorno del ricordo, che spazza via la congiura del silenzio che aveva avvolto la tragedia delle foibe nell’oblio e nell’indifferenza. Torno qui con qualche ruga in più e qualche responsabilità mai immaginata. Per assumermi un impegno solenne: fare la mia parte perché venga trasmesso ai nostri figli il testimone del ricordo”. Meloni era accompagnata da una forte rappresentanza del Governo italiano: dal vicepremier Antonio Tajani al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano; dal ministro dello Sport e Giovani Andrea Abodi, al ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Presente anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. La Presidente ha deposto una corona di alloro ai piedi del monumento nazionale, soffermandosi qualche minuto in raccoglimento.

Museo nazionale

Nell’occasione c’è stato anche l’annuncio della fondazione a Roma di un museo nazionale sulle Foibe, poi le scuse: “siamo qui – ha spiegato Meloni – a chiedere ancora perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica per il colpevole silenzio che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale e per rendere omaggio a tutti gli istriani i giuliano-dalmati per rimanere italiani decisero di lasciare tutto, case, beni, terreni per restare con l’unica cosa che i comunisti titini non potevano togliere loro e cioè l’identità.” Italiani.

La promessa solenne

Poi una promessa solenne: “torno qui oggi con qualche ruga in più e con responsabilità sulle spalle che da ragazza non avrei mai immaginato che un giorno avrei avuto. E torno per assumermi un impegno solenne e cioè fare la mia parte perché venga trasmesso ai nostri figli quel testimone del ricordo che voi con la vostra tenacia e il vostro coraggio, il vostro orgoglio avete consentito che ci venisse consegnato perché i nostri figli a loro volta lo trasmettano ai nostri nipoti affinché la memoria di ciò che è accaduto, in barba a chi avrebbe voluto nasconderlo per sempre, non svanisca invece mai”, ha detto la Presidente del Consiglio.

Il treno del ricordo

Parole scandite per la prima volta da un Presidente del Consiglio italiano: “Fiumani, istriani e dalmati, pagando un prezzo altissimo, hanno deciso di essere italiani due volte, per nascita e per scelta. Di seguire il loro cuore, portare con sé qualcosa che nessun aguzzino può strappare via, l’amore per ciò che sei, per la terra nella quale affondano le radici. Ovunque, quella sarà la tua casa”. Quanto al treno del ricordo, un’iniziativa che è stata inaugurata ieri, un convoglio allestito a museo che girerà lungo tutto la nazione la Presidente ha detto: “sono molto fiera di questo lavoro, come del museo del ricordo che nascerà a Roma proprio perché questa non è una storia che riguarda un pezzo di confine italiano ma l’Italia nel suo complesso.”

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