giovedì, 21 Novembre, 2024
Salute

Efsa: l’arsenico inorganico nei cibi. Confermati rischi per la salute

Non si verificavano gli effetti tossici dal 2009. Ora verifiche sull’organico 

In base alle conclusioni dell’ultima valutazione del rischio da arsenico inorganico effettuata dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) l’esposizione dei consumatori a questo contaminante tramite i cibi “desta preoccupazioni per la salute.” I riscontri attuali confermano l’esito della precedente valutazione, risalente al 2009, circa i rischi connessi alla presenza di arsenico inorganico negli alimenti.

La Commissione europea ha chiesto all’Autorità di aggiornare la valutazione dell’arsenico inorganico tenendo conto di nuovi studi sui suoi effetti tossici. L’Efsa ha consultato i portatori di interesse esterni in merito al proprio progetto di parere e nella redazione conclusiva del parere ha tenuto conto delle numerose osservazioni pervenute.

Contaminante diffuso

L’arsenico è un contaminante largamente diffuso, sia in natura che come risultato di attività dell’uomo. Si presenta in varie forme, a seconda della sua struttura chimica. I principali alimenti all’origine dell’esposizione sono il riso e i prodotti a base di esso, i cereali e i prodotti a base di essi. Anche l’acqua potabile contribuisce all’esposizione, benché i tenori in arsenico siano generalmente bassi in Europa. L’assunzione prolungata di arsenico inorganico è stata associata a una serie di effetti nocivi sulla salute, tra cui alcune forme di cancro. Per la valutazione l’Efsa ha ritenuto l’aumento dell’ incidenza di tumori della pelle associati all’esposizione all’arsenico inorganico quale effetto nocivo più rilevante. Gli esperti sono giunti alla conclusione che proteggersi dal cancro della pelle può prevenire anche altri effetti potenzialmente nocivi.

Rischi cancro alla pelle

Per valutare sostanze genotossiche e cancerogene presenti accidentalmente nella filiera alimentare, l’Autorità europea applica il calcolo del cosiddetto margine di esposizione (MOE) per i consumatori ossia il rapporto tra due fattori: il quantitativo al quale si osserva un effetto nocivo di piccola entità ma comunque misurabile e il livello di esposizione di una data popolazione alla sostanza in esame. Un MOE basso corrisponde a un rischio maggiore rispetto a un MOE alto. Sulla base di dati tratti da studi sull’uomo, un MOE pari o inferiore a 1 corrisponderebbe a un livello di esposizione all’arsenico inorganico collegabile a un aumento del rischio di cancro della pelle. Negli adulti i MOE si attestano su valori bassi: essi variano tra 2 e 0,4 per i consumatori medi e tra 0,9 e 0,2 per i forti consumatori. Gli esperti hanno perciò concluso che ciò prospetta un problema per la salute. L’Efsa sta anche valutando i rischi potenziali legati all’esposizione ad arsenico organico negli alimenti. Al termine di questa valutazione procederà a valutare i possibili rischi derivanti dall’esposizione congiunta sia all’arsenico organico che a quello inorganico presenti negli alimenti.

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