Uno scontro senza precedenti tra le sigle professionali dei medici e le ASL. Al centro della contestazione la difficilissima situazione in cui è precipitata la sanità con medici in prima linea che rischiano il contagio per carenza di strumenti di protezione individuale. Così tra ritardi di approvvigionamento, richieste di maggiore impegno dei medici e infermieri, si è arrivati allo scontro con toni ultimativi.
L’intersindacale della dirigenza medica e sanitaria ha diffidato le Aziende sanitarie a “rispettare le disposizioni in materia di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, mettendo a disposizione di tutti gli operatori sanitari in servizio nelle proprie strutture, i necessari DPI per garantire la loro l’incolumità”. Se le protezioni individuali chieste dai medici a loro tutela e quella dei pazienti non saranno attuate allora sarà battaglia legale.
“In caso contrario”, sottolineano i sindacati, “saranno intraprese le opportune iniziative legali a tutela dei propri iscritti, ivi incluse le dovute segnalazioni all’Autorità giudiziaria e ai competenti servizi ispettivi del lavoro”. Lunghissimo l’elenco delle sigle che si sono unite alla diffida dell’intersindacale medica. “La diffida è firmata da: Anaao Assomed – Cimo-Fesmed – Aaroi-Emac – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria – Cisl Medici – Anpo-Ascoti-Fials Medici.