Ora che il Dpcm del 9 marzo ha esteso a tutto il territorio nazionale il regime restrittivo precedentemente imposto alla Lombardia ed alle 14 province focolaio dell’epidemia di Coronavirus – gli italiani devono necessariamente accettare l’idea di restarsene in casa per evitare il rischio di contagio, attenendosi alle misure precauzionali igienico – sanitarie dettate dagli esperti. In altre parole, bisogna evitare i momenti di aggregazione, almeno fino a quando non arriveranno tempi migliori, seguendo i consigli dei medici e della Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ciò detto, fa un certo effetto apprendere che una interrogazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero della Salute ed a quello dell’Università e della ricerca scientifica mette in discussione l’autorevolezza dell’Oms. A promuovere l’iniziativa è stata la deputata Sara Cunial del Gruppo Misto, firmataria, insieme alla sua collega Veronica Giannone, di una interrogazione al Presidente del Consiglio, al Ministro della Sanità ed al titolare dell’Università e della ricerca scientifica.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è l’organismo di indirizzo e coordinamento in materia di salute all’interno delle Nazioni Unite, impegnato, tra l’altro, a fornire una guida sulle questioni sanitarie globali, indirizzare la ricerca sanitaria, stabilire norme e standard e formulare scelte di politica sanitaria basate sull’evidenza scientifica.
In parole povere, ha un ruolo centrale nella pianificazione delle strategie vaccinali; garantisce assistenza tecnica agli Stati membri, monitora e valuta le tendenze in ambito sanitario, finanzia la ricerca medica e fornisce aiuti di emergenza in caso di calamità.
Senonché, si legge nel testo dell’atto di sindacato ispettivo, “da qualche anno, l’Oms vede tra i suoi maggiori finanziatori non gli Stati membri, bensì enti privati, i cui finanziamenti costituiscono i tre quarti del patrimonio”. Tra essi, sempre secondo le deputate proponenti, spiccherebbero “le principali case farmaceutiche produttrici di vaccini e organizzazioni private: tutti i programmi vaccinali dell’Oms sarebbero finanziati per lo più con fondi privati, versati non solo da società farmaceutiche.
I fondi, dunque, sarebbero “vincolati a specifici progetti selezionati dai donatori, non stanziati sulla base della pianificazione, né sulle esigenze prioritarie dell’agenda internazionale della salute a cui va solo il 7 per cento dei finanziamenti”. Insomma vi sarebbe un enorme conflitto di interessi che coinvolgerebbe anche la figura del professor Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza per l’emergenza Coronavirus in Italia, “designato, nel novembre 2017, dal Governo Gentiloni a rappresentare l’Italia nell’Executive Board dell’Oms per il triennio 2017-2020, il quale avrebbe svolto incarichi in ambito scientifico, sanitario e universitario, in collaborazione con aziende farmaceutiche.
In attesa delle risposte ufficiali una domanda si impone fra le altre: visti i tempi che corrono, di chi ci dobbiamo fidare per tirare avanti in attesa di tempi migliori