Un team di ricerca tedesco, guidato da scienziati dell’Alfred Wegener Institute per la ricerca polare e marina di Bremerhaven in Germania, ha determinato che il ghiacciaio ‘Nioghalvfjerdsbrae’, il più grande tra quelli galleggianti della Groenlandia, si è ridotto del 42% in venticinque anni con una brusca perdita di 38 metri all’anno a partire dal 2018. Secondo i ricercatori, questa riduzione è da attribuire al cambiamento climatico e ai suoi effetti drammatici; infatti, sebbene esternamente questo ghiacciaio sembra essersi ridotto di poco meno di 8 metri all’anno, la fusione più significativa si è verificata nella parte sommersa nell’Oceano Atlantico dove la temperatura sempre più alta ha scavato sotto la lingua di ghiaccio, assottigliandola in modo estremo nel giro di pochi decenni. I ricercatori, coordinati dal professor Ole Zeising, collaborando con i colleghi dell’Istituto di Geoscienze dell’Università di Kiel e del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Brema, hanno valutato lo ‘stato di salute’ del ghiacciaio denominando la ricerca-studio ‘Extreme melting at Greenland’s largest floating ice tongue’ (Scioglimento estremo nella più grande lingua di ghiaccio galleggiante della Groenlandia) i cui dati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Cryosphere.
Acqua marina più calda
Grazie ai dati radar raccolti durante ricognizioni aeree condotte sin dal 2010, come precisato nello studio, dall’esterno il ghiacciaio risulta essersi ridotto di 7,6 metri all’anno mentre la riduzione reale del suo spessore è stata molto più importante comportando dunque dal 2018 un assottigliamento di 38 metri l’anno. Il professor Zeising ha spiegato: “Lo scioglimento del ghiaccio causato dall’acqua marina più calda, nello specifico acqua intermedia dell’Atlantico più salina e densa con temperatura superiore a 1° C, fa finire l’acqua dolce direttamente in mare, che a sua volta catalizza lo scioglimento. Essa, infatti, essendo meno densa, sale verso la superficie e contribuisce a scavare il canalone principale dall’interno, ma ha dato vita anche ad altri canali subglaciali minori. Questo processo in uno specifico punto del ghiacciaio ha determinato una riduzione dello spessore di 57 metri dal 2010; sopra questo punto del Nioghalvfjerdsbrae restano solo 190 metri di ghiaccio, il 30 percento del ghiaccio circostante”.
Impatto catastrofico a livello globale
Per i ricercatori il ghiacciaio Nioghalvfjerdsbrae è stato esposto a una temperatura superiore a 0°C per il 50% del tempo a partire dal 2005 su un’area lunga 70 chilometri, generando crepe e favorendo il progressivo scioglimento. Gli scienziati sottolineano che la crisi climatica in atto presenta le condizioni per determinare il quasi completo o totale scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, con un impatto catastrofico a livello globale. Secondo i calcoli degli esperti dell’Alfred Wegener Institute, negli ultimi decenni il solo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia ha determinato un innalzamento del mare di 1,4 millimetri all’anno.