domenica, 17 Novembre, 2024
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La “Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni”. Meloni: Abbiamo bisogno di migranti, ma non va premiata l’illegalità

“L’Italia e l’Europa hanno di certo bisogno di migrazione, ma non possiamo dare il segnale che chi entra illegittimamente verrà ricompensato a discapito di chi vuole entrare legittimamente”. Con queste parole oggi il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dato il via, al Ministero degli Esteri, alla ‘Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni’. Un evento molto atteso per le tematiche trattate e che vede la partecipazione dei leader di quasi tutti gli Stati della sponda Sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo, gli Stati Ue di primo approdo e alcuni partner del Sahel e del Corno d’Africa, i vertici delle Istituzioni europee e delle Istituzioni finanziarie internazionali. Nel dettaglio, presenti cinque Capi di Stato (Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Mauritania, Libia, Cipro), otto Primi Ministri (Libia, Etiopia, Egitto, Malta, Giordiania, Nigeria, Algeria, Libano), e otto ministri (Arabia Saudita, Marocco, Oman, Kuwait, Turchia, Grecia, Qatar, Bahrein). A Roma anche la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Tutti insieme per affrontare le emergenze legate al tema dei migranti e lanciare una strategia di sviluppo condivisa. Meloni è arrivata subito al dunque, spiegando che per lei l’immigrazione di massa danneggia tutti, “tranne le organizzazioni criminali che usano la loro forza sulla pelle dei più fragili”. Insomma, occorre una linea dura contro gli scafisti (e soprattutto contro chi li gestisce) e proprio per questo motivo, per il Primo Ministro, c’è la necessità di un impegno comune di tutte le forze in campo per bloccare le reti dei trafficanti. Tra gli obiettivi, per il premier, deve esserci quello di consolidare la forza cooperativa tra tutte le polizie e le autorità giudiziarie e delle strutture di intelligence dei vari Stati: “Dobbiamo occuparci delle barche che sono sempre più inadeguate a fare questi viaggi”.

Aiuti economici

Ma per Meloni il punto più importante, per arrivare quantomeno a limitare un’immigrazione sempre più senza controllo, è “sostenere la crescita dell’Africa e più in generale dei Paesi di provenienza delle rotte dei migranti, affrontando alle radici e alle cause profonde delle grandi migrazioni”. In soldoni, bisogna aiutare questo continente a crescere economicamente affinché non ci sia più la voglia di abbandonarlo per altri lidi.

Lavorare su obiettivi concreti

Sul tema del ‘modus accogliendi’ degli immigrati, per Meloni il sostegno a profughi e rifugiati “è un dovere da cui nessuno può sottrarsi. Chi scappa da conflitti e disgrazie ha il diritto a mettersi in salvo. Ma questo diritto non può implicare in maniera automatica il diritto di essere accolti ovunque”. E quindi “il nostro primo impegno non può che essere quello di rafforzare il sostegno economico agli Stati che si fanno carico di grandi flussi di profughi”. Poi, rivolgendosi a tutti i presenti, Meloni ha chiesto di iniziare subito un percorso di dialogo, “che però deve portarci a centrare obiettivi concreti, come per esempio il reperimento delle risorse necessarie per realizzare queste iniziative di sviluppo per il Continente nero. Il Premier ha colto l’occasione per ‘scusarsi’ con i rappresentanti provenienti dall’Africa per quanto fatto dal Vecchio Continente sulla migrazione: “So che per molti di voi in passato l’Europa non ha sempre valutato come propri i problemi del resto del mondo e che più in generale qualche volta l’Occidente ha dato la sensazione di essere più concentrato a dare lezioni piuttosto che a dare una mano. Forse è anche questa diffidenza che ha reso difficoltoso andare avanti nella soluzione di dossier che erano determinanti”.

Le parole di Tajani

Presente alla Farnesina anche il Ministro degli Esteri Antonio Tajani secondo il quale i grandi problemi sui cui si discute non sono solo quelli migratori “perché dobbiamo risolvere la questione migratoria alla radice, dobbiamo confrontarci sulla grande questione del cambiamento climatico, della lotta al terrorismo, delle malattie, perché poi spesso i grandi trafficanti di essere umani sono gli stessi che trafficano in armi e in droga”. Il Mediterraneo, per il Vice-premier, non deve essere un cimitero di persone, “ma un mare di pace, progresso e commercio, che porti beneficio a tutti”.

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