venerdì, 27 Dicembre, 2024
Ambiente

Assemblea ANBI sulla disponibilità d’acqua. Grande potenziale il riuso delle acque reflue.

A Roma il 4 e il 5 luglio 2023 il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha partecipato all’Assemblea Nazionale dell’ANBI promossa dall’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, presso l’Hotel Sheraton Parco De Medici. L’iniziativa, quest’anno intitolata “Disponibilità d’acqua e Sicurezza dei territori. Azioni strategiche per la vita, l’economia e l’ambiente. Le proposte concrete dei Consorzi”, ha rappresentato un importante momento di confronto per il sistema della bonifica; infatti, questo evento ha riunito i vertici dei Consorzi di Bonifica e delle ANBI regionali di tutto il Paese per discutere, con i rappresentanti nazionali della politica e della ricerca e dell’agricoltura, sui temi direttamente collegati ai cambiamenti climatici, alla gestione della risorsa idrica e alla sicurezza idraulica. Il Ministro Pichetto Fratin, intervenendo all’assemblea ha dichiarato: “I consorzi di bonifica sono stati la spina dorsale delle bonifiche nel nostro territorio e sono una forma collaudata di organizzazione che va, io credo, anche valutata per area vasta ed eventualmente come organizzazioni autonome, anche volontarie. E devono poter avere anche la robustezza per fare le grandi opere: tra i problemi del Paese c’è anche la capacità di spendere, avere i soggetti che fanno le grandi opere. I consorzi di bonifica, con la storia che hanno avuto, possono essere poi i soggetti che si fanno carico di fare le grandi opere”. Oltre alle numerose rappresentanze istituzionali presenti all’assemblea ANBI ha preso parte anche Utilitalia, federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, rappresentandole presso le Istituzioni nazionali ed europee. Il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo, nell’evidenziare l’importanza del riuso delle acque reflue ha osservato: “Il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura è una soluzione che dovrebbe diventare strutturale applicando all’acqua, laddove economicamente sostenibile anche a fronte di una valutazione dei costi e dei benefici, gli stessi principi dell’economia circolare”; inoltre Colarullo ponendo l’accento su alcune criticità ha asserito: “Parliamo di un potenziale importante che in Italia viene sfruttato solo per il 4% a fronte di una potenzialità del 23%. Di conseguenza i gestori sono pronti a fare la propria parte, considerando che il nostro Paese ha depuratori di ottima qualità. Con costi di investimento incrementali minimi, 112 grandi impianti di depurazione potrebbero fornire al mondo agricolo 2,3 miliardi di metri cubi d’acqua l’anno; a fronte di costi di investimento incrementali stimati in circa 4,2 miliardi, altri 66 grandi impianti potrebbero produrre ulteriori 1,1 miliardi di metri cubi d’acqua”. Il direttore di Utilitalia ha altresì sottolineato: “Servono però delle ‘misure abilitanti’ a partire dall’aggiornamento del DM 185/2003 alle disposizioni del Regolamento europeo 2020/741 e proseguendo con l’individuazione della corretta copertura dei costi inerenti all’implementazione degli impianti e delle infrastrutture necessarie. Per sfruttare appieno questo potenziale bisogna superare i problemi relativi alla governance, alla mancanza di fondi dedicati e alla corretta attribuzione delle responsabilità. Al decisore politico spetta l’indirizzo su come ripartire i costi di affinamento, stoccaggio e trasporto, ma i margini di crescita sono evidenti”. Nel concludere il suo intervento, Giordano Colarullo ha parlato anche di come il riuso delle acque reflue rappresenti una parte importante nel settore agricolo: “Il comparto delle utilities e quello agricolo, possono cooperare in maniera sempre più stretta per fornire risposte sostenibili alle sfide dell’adattamento al cambiamento climatico: il riuso delle acque depurate rappresenta un tassello importante insieme alla costruzione di invasi a uso plurimo, all’utilizzo dei fanghi di depurazione e dei rifiuti organici come fertilizzanti, fino al recupero del fosforo e alla produzione di biometano”.

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