lunedì, 16 Dicembre, 2024
Società

Uno studio svela i misteri delle esperienze di pre-morte

Esiste una spiegazione scientifica alle esperienze di pre-morte fino a oggi raccontate solo da chi si è ritrovato a un passo dalla morte? Forse i primi passi in questa direzione sono stati mossi dalla ricerca scientifica. L’ultima scoperta nel campo della neuroscienza ha messo in luce un aspetto sorprendente del cervello umano. Sembra infatti che, poco prima della morte, l’attività cosciente del cervello raggiunga un picco. Lo ha dimostrato uno studio condotto da un team di ricercatori della University of Michigan School of Medicine di Ann Arbor e pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) dell’Università di New York, che ha analizzato l’attività cerebrale di un gruppo di pazienti in fase terminale, utilizzando tecniche avanzate di imaging cerebrale.

“Le esperienze di pre-morte – dicono i ricercatori di questo studio – sono state segnalate dal 10-20% dei sopravvissuti agli arresti cardiaci. Alcuni pazienti riferiscono di avere osservato il proprio corpo dall’esterno, altri di vedersi passare sotto gli occhi la propria vita. Comune è anche il racconto di un tunnel alla fine del quale si vede una forte luce. Queste esperienze rappresentano un paradosso biologico che sfida la nostra comprensione fondamentale del cervello morente”.

Il team di ricercatori ha studiato i segnali dell’attività cerebrale di quattro pazienti che hanno subito un arresto cardiaco e ai quali, con il consenso dei familiari, è stato rimosso il supporto vitale per la respirazione. Durante il momento della morte, gli scienziati hanno notato un aumento delle onde gamma, che sono associate all’attività cerebrale cosciente, in particolare in un’area del cervello precedentemente associata ai sogni, allucinazioni visive in pazienti epilettici e stati alterati di coscienza. Il significato preciso di queste onde è ancora sconosciuto e una delle autrici dello studio, Nusha Mihaylova, ha sottolineato che non è ancora possibile stabilire una correlazione tra le firme neurali della coscienza e le esperienze dei pazienti in quel particolare momento. Tuttavia, i risultati dello studio sono molto promettenti e rappresentano un nuovo contributo alla comprensione della coscienza umana nelle fasi finali della vita.

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