venerdì, 15 Novembre, 2024
Società

Istat: cresce il calo demografico in Italia

Al 31 dicembre 2022 la popolazione residente in Italia è inferiore di circa 179mila unità rispetto all’inizio dell’anno, nonostante il positivo contributo del saldo migratorio con l’estero. Alla fine del 2022 la popolazione residente in Italia ammontava a 58.850.717 unità (-0,3%). Se nel biennio 2020-2021 la dinamica demografica è stata prevalentemente influenzata dalle conseguenze degli effetti dell’epidemia da Covid-19, nel 2022 il verificarsi di alcuni fattori contingenti (l’uscita dallo stato di emergenza sanitaria, la crisi internazionale a seguito del conflitto in Ucraina, l’eccesso di caldo nei mesi estivi) delinea nuovi scenari. Nel 2022, stando ai dati Istat, la perdita di popolazione si manifesta in tutte le ripartizioni, anche se con diversa intensità. Nel Nord il decremento è di -0,1%, di entità decisamente inferiore rispetto a quella dell’anno precedente (-0,4% nel 2021). Anche al Centro il calo di popolazione è più contenuto (-0,3% contro il -0,5% del 2021).

Il Mezzogiorno, invece, subisce effetti più pronunciati passando dal -0,2% del 2021 al -0,6% nel 2022. Il nuovo record minimo di nascite (393mila) e l’elevato numero di decessi (713mila) continuano a produrre un forte impatto sulla dinamica naturale. Dal 2008, anno in cui si è registrato il valore massimo relativo di nascite degli ultimi 20 anni, l’Italia ha perso la capacità di crescita per effetto del bilancio naturale, non rimpiazzando a sufficienza chi muore con chi nasce. Al deficit della componente naturale negli anni di pandemia, nel 2022 si somma un ulteriore decremento di 320mila unità, determinando in soli tre anni la perdita di 957mila persone, all’incirca la popolazione di una città come Napoli. Nel 2022 si contano 392.598 nascite, 7.651 in meno rispetto al 2021 (-1,9%), nuovo record negativo che accentua la denatalità degli ultimi anni. Nel 2022 in Italia si registrano 713.499 decessi, circa 12mila in più rispetto all’anno precedente ma 27mila in meno rispetto al 2020, anno di massima mortalità dovuta alla pandemia da Covid-19.

Se nel 2022 si fossero manifestati i medesimi rischi di morte del 2019, decisamente più favorevoli, si sarebbero riscontrati 660mila decessi anziché 713mila, ossia 53mila in meno. Nel 2022 in totale si contano 1.887.463 iscrizioni in anagrafe e 1.745.978 cancellazioni dovute a trasferimenti di residenza. Nel 2021 si era già registrata una ripresa della mobilità, a seguito dell’attenuazione delle misure restrittive di contenimento della pandemia. Questa prosegue nel 2022, mostrando incrementi moderati dei flussi migratori interni e incrementi più marcati delle iscrizioni dall’estero, accompagnati da una forte riduzione dei flussi in uscita dal Paese.

Secondo i dati provvisori nel 2022 sono stati celebrati oltre 187mila matrimoni, in aumento rispetto al 2021 (+4,1%). Il recupero è dovuto sostanzialmente all’aumento dei matrimoni civili (+10,0% nel 2022 rispetto al 2019, +9,2% sul 2021), mentre i matrimoni religiosi risultano in calo (-1,8% rispetto al 2021, -6,8% sul 2019). Le unioni civili costituite tra persone dello stesso sesso sono state oltre 2mila, in crescita del 31% sul 2021 (+22,5% sul 2019), presagendo un robusto pur se non totale recupero di quanto perso nell’anno della pandemia.

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