lunedì, 18 Novembre, 2024
Società

Il grido profetico di don Tonino Bello inciso nella panchina della Pace

Sarà il grido profetico di don Tonino Bello, Vescovo che ha inciso fortemente nella storia dell’umanità tanto che Papa Francesco lo ha guardato con amorevolezza andando a pregare sulla sua tomba in terra di Puglia. Don Tonino Bello, uomo innamorato della sua chiamata tanto da non badare poi cosi tanto agli attacchi di “casa propria” e quelli dei suoi avversari.

Don Tonino Bello, punto di riferimento del cammino culturale del Parlamento della Legalità Internazionale. E proprio dal movimento culturale che vanta più di settanta ambasciate che sono un inno alla vita e alla gioia, ecco scaturire il volume “Profeticamente Scomodi” dove il volto e la passione per i poveri più poveri percorre
e scandisce la quotidianità del Vescovo al quale i bastoni fra le ruote e le critiche più impensabili non sono mancati.

Salvatore Sardisco, Giuseppe Cortese e Nicolò Mannino

Ma don Tonino Bello è passato alla storia, proprio per il suo essere talmente coerente con la sua “Chiamata” da fissare solo il suo sguardo su Dio e i poveri, e come dice lui stesso in un manoscritto… “Il resto non conta”. E proprio il suo grido profetico, libero, forte e convinto urlato all’Arena di Verona dinnanzi a migliaia di giovani arrivati da tutta Italia, proprio questo suo appello che è un “No” netto e chiaro contro la guerra sarà inciso nella panchina della Pace che lo scultore Giuseppe Cortese sta ultimando e omaggiando come dono al Parlamento della Legalità Internazionale: “In Piedi Costruttori di Pace”.

Questa la frase, il grido, l’esortazione, l’urlo di un Vescovo che non temeva il disturbo delle coscienze dei potenti, che non amava genuflettersi dinnanzi alle “autorità” del momento, che non si aspettava niente da nessuno ma forte nella preghiera e nell’amore verso il suo Dio tirava diritto disturbando e spesso attirando su di se ogni ira da ogni parte e da ogni angolo. Ma don Tonino Bello oggi come ieri è un astro di luce, un fulmine di Vangelo a ciel sereno che squarcia quella dolce ipocrisia che non porta da nessuna parte tanto meno alla fede, e allora “In Piedi Costruttori di Pace”. È la frase che tutti leggeranno nella panchina che sarà posata davanti la sede di presidenza del Parlamento della Legalità Internazionale a Monreale (in via Venero n. 30) in memoria di Luca Attanasio e di tutte le vittime della violenza. I genitori di Luca saranno presenti alla manifestazione e come hanno donato la foto del figlio, ambasciatore Italiano ucciso in un agguato criminale nella Repubblica democratica del Congo, così insieme al vice presidente Salvatore Sardisco toglieranno il drappo che per un attimo avvologerà la Panchina della Pace, avendo già ricevuto l’autorizzazione del sindaco del Comune di Monreale per l’istallazione.

E a rispondere al grido di don Tonino Bello, “Vescovo scomodo” perché non amante della logica umana del “do ut des”, sarà il mondo scuola, saranno bambini, adolescenti giovani, docenti, genitori, gente semplice che non attende l’invito posto casa ma da casa si muoverà con la gioia nel cuore per gridare al mondo intero “In Piedi costruttori di Pace”, il mondo ha bisogno di gente di cuore, di cuori belli e luminosi, di una fede forte che squarcia le logiche di chi pensa di comprarsi tutto e per fortuna non potrà comprare la pace della coscienza che urla giorno e notte quando non si è in sintonia con la “chiamata” a una vita di servizio verso gli ultimi e chi attende un abbraccio e quella triste carezza che tarda sempre ad arrivare”.

“In Piedi costruttori di Pace”, in piedi voi che cercate la pace vera e che la si trova solo nel profondo della propria anima dove tutto è bello se si è veri.

Arrivederci a Monreale, il prossimo sedici dicembre alle ore dietro per fare corona ai genitori di Luca Attanasio e con don Tonino Bello invocare la Pace, quella che non ha diplomazie e prezzi da proporre ma solo cuori da riscaldare.

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