Al di là dei risultati delle urne delle ultime elezioni, per il presidente di Salutequità, Tonino Aceti, gli impegni presi con gli elettori al momento della presentazione dei programmi dei singoli partiti vanno riempiti di contenuti più precisi per salvaguardare il Sistema Sanitario Nazionale.
“Le indicazioni dei programmi elettorali se da una parte dovranno essere implementate dall’altra alcune di queste dovranno anche essere riviste. Cerchiamo di capire come. Facendo riferimento al periodo pre-elezioni, all’8 settembre erano 172 mila i decessi per Covid-19 in Italia, 550 gli operatori sanitari deceduti e oltre 400 mila quelli contagiati, su un totale di oltre 22 milioni di persone contagiate”, ha aggiunto.
“Nel 2021, a causa della pandemia, la rinuncia alle cure è quasi raddoppiata rispetto al 2019, passando dal 6,3% all’11%. Allo stesso modo la spesa sanitaria delle famiglie nel 2021 cresce del 9% rispetto al 2020 attestandosi a 118 euro al mese. Durante l’emergenza sono molte le prestazioni saltate e ancora non recuperate del tutto: nel 2020, 1,3 milioni di ricoveri e oltre 144 milioni di prestazioni ambulatoriali in meno; nel 2020/21, ridotti di oltre il 30% gli screening oncologici programmati; nel 2020, quasi 100 mila persone con sofferenza mentale assistite in meno dal SSN; nel 2020, ridotte di quasi 1/3 le visite controllo e le prime visite per malati cronici volte ad impostare il Piano terapeutico” ha spiegato.
“Per garantire assistenza sanitaria e far fronte a tutte queste difficoltà, il SSN potrà contare e dovrà amministrare oltre 124 MLD di euro nel 2022, 126 MLD nel 2023 e quasi 20 MLD del PNRR. Ma non basteranno e ne serviranno molte di più. Queste sono solo alcune delle evidenze che rendono chiaro quanto oggi le politiche per la Salute e per la sanità pubblica siano centrali, rappresentino un valore e un investimento per il Paese e sulle quali tutti dobbiamo lavorare con il massimo impegno e attenzione”, ha concluso Aceti.