Effetto siccità, poca acqua e scarso cibo i cinghiali si trasferiscono a valle e nei lidi. Lo scrive la Coldiretti che annuncia un patto tra agricoltori e cacciatori con la nascita della società Agrivenatoria Biodiversitalia.
Il rischio aggressioni
“La siccità che assedia le campagne spinge i 2,3 milioni di cinghiali nelle città e persino sulle spiagge”, calcola la Coldiretti, “dove aggrediscono i bagnanti, a caccia di cibo tra di rifiuti, aggravandone i problemi di gestione, dopo aver fatto piazza pulita di quel che rimane delle coltivazioni e costretto gli allevatori ad abbattere migliaia di maiali per il rischio della peste suina”
La siccità spinge i branchi
La mancanza di pioggia, con precipitazioni dimezzate nel 2022, e il caldo record hanno fatto seccare i raccolti e reso asciutti i torrenti portando i branchi sempre più verso i centri urbani e i litorali a caccia di cibo e di acqua.
“Peraltro i bassi livelli dei fiumi permettono agli animali di attraversarli con più facilità aumentandone le possibilità di spostarsi da un territorio all’altro, tanto che i cinghiali sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta”, evidenzia la Confederazione.
Patto agricoltori e cacciatori
La Coldiretti illustra inoltre la prima alleanza tra il mondo agricolo e il mondo venatorio e della gestione faunistica siglata a Roma, con la nascita dell’Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia firmata a Palazzo Rospigliosi dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini e dal presidente del Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn) Maurizio Zipponi.
Fauna selvatica
Si tratta, secondo la nota della Coldiretti di una grande rete di migliaia di aziende per il monitoraggio e la gestione del territorio nazionale. “Con l’obiettivo di rappresentare un argine alla proliferazione indiscriminata di fauna selvatica”, scrive la Coldiretti, “che mette a rischio la vita dei cittadini sulle strade e le produzioni agroalimentari Made in Italy, a partire dai suoi settori di punta, ma anche di tutelare l’ambiente, attraverso una presenza capillare in grado di prevenire gli incendi e i pericoli legati al dissesto idrogeologico e combattere il cambiamento climatico valorizzando il ruolo dei boschi di catturare Co2”.
Gli abbattimenti
Per la Confederazione non c’è altra via per arginare la crescita dei cinghiali che l’abbattimento programmato.
“Un’invasione che viene vissuta dai cittadini”, rivela la Coldiretti, “come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali”.
Nei campi vince l’abbandono
“Negli ultimi anni 800mila ettari di terreni fertili sono stati abbandonati in molti casi proprio a causa della proliferazione della fauna selvatica che danneggia le coltivazioni e la redditività degli agricoltori, terreni che oggi oltre a non essere più produttivi sono esposti all`erosione e al dissesto idrogeologico”, scrive il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che con la nuova associazione vogliamo sostenere un’idea di campagna attrezzata, in grado di offrire servizi alle persone, attraverso la gestione dei beni comuni”.
“Siamo convinti”, prosegue Maurizio Zipponi, Presidente Cncn, “che oggi ci sia un vuoto di rappresentanza nel rapporto tra aziende agrivenatorie, il mondo agricolo e quello delle istituzioni che deve essere colmata da un soggetto come Coldiretti, che sappia dare assistenza e valore aggiunto ad un settore strategico per il Paese”.