domenica, 24 Novembre, 2024
Società

Istat, gli italiani non amano i mezzi pubblici

Secondo i dati di un’indagine Istat sulla mobilità degli italiani la maggioranza non prevede di variare la frequenza degli spostamenti abituali nei prossimi tre mesi rispetto ai sei mesi precedenti né di modificare in misura sostanziale l’utilizzo del mezzo di trasporto per effettuare tali spostamenti.   Una quota non irrilevante dei rispondenti (12,9%) prevede però un aumento degli spostamenti mentre solo il 4% una diminuzione rispetto ai sei mesi precedenti. Tra coloro che hanno dichiarato di variare il mezzo di trasporto per gli spostamenti abituali nei prossimi tre mesi, l’aumento del prezzo dei carburanti costituisce il motivo prevalente.   I risultati presentano limitate differenze a livello territoriale: una maggiore propensione all’aumento degli spostamenti si rileva nel Centro e nel Mezzogiorno rispetto alle regioni settentrionali.   Considerando l’età, la percentuale di coloro che prevedono di aumentare gli spostamenti abituali è più alta nella fascia di età compresa tra i 18-29 anni (23,9%) e si riduce per le classi di età superiori (9,4% tra gli over 65). Con riferimento alla variazione dell’utilizzo del mezzo di trasporto, si conferma per tutti l’auto privata quale mezzo di trasporto prevalente per gli spostamenti.

Tuttavia, il 30% dei giovani di 18-29 anni prevede un maggior utilizzo del mezzo pubblico contro il 15,7% di chi ha almeno 65 anni. Tra coloro che hanno dichiarato che cambieranno il mezzo di trasporto per gli spostamenti abituali nei prossimi tre mesi, il rincaro del prezzo dei carburanti è considerato il motivo principale per chi ha un’età compresa tra i 18 e i 64 anni. Tra gli ultrasessantacinquenni l’opzione prevalente (49,5%) è “altri motivi”, seguita dall’aumento del prezzo dei carburanti (32,4%) e dai minori rischi di contagio da Covid-19 (29,1%).   La maggior parte dei rispondenti (87,4%) non prevede di variare la frequenza nell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico nei prossimi tre mesi. Tra coloro che hanno dichiarato che ne varieranno la frequenza di utilizzo prevale come causa del cambiamento l’aumento del prezzo dei carburanti (37,7%) seguito dal minor rischio di contagio da Covid-19 (29,7%).

I risultati sono complessivamente simili tra ripartizioni geografiche seppure con qualche differenza di rilievo per i motivi che influiranno sulla scelta dell’utilizzo dei mezzi pubblici. In particolare, si rileva che nel Centro-Sud l’aumento del prezzo dei carburanti ha un peso maggiore (41,3% al Centro e 40,7% nel Mezzogiorno), rispetto al Nord-ovest (31,4%) e al Nord-est (35,3%), nel condizionare la frequenza dell’uso dei trasporti pubblici nei prossimi tre mesi. Al Centro i minori rischi da Covid-19 peseranno di più nella scelta del mezzo pubblico per gli spostamenti abituali (36,3%), rispetto alle altre ripartizioni territoriali.   Quanto alle distribuzioni di frequenza per classe di età, le differenze sono limitate, con un maggior incremento nell’utilizzo dei trasporti pubblici tra aprile e giugno per i giovani tra i 18 e i 29 anni (16,9%).

I motivi che inducono a cambiare la frequenza dell’utilizzo dei trasporti pubblici si diversificano per classi di età. In particolare, per gli individui tra i 18 e i 49 anni prevale il rincaro del prezzo dei carburanti, seguito dal minor rischio di contagio che invece è il motivo principale per gli over 65 (37,9%). Infine, tra i 50-64enni, pur confermandosi prevalente il ruolo del rincaro dei carburanti (scelto dal 33,3%), si rileva una quota del 22,8% che considera il cambio del regime lavorativo/o di studio quale fattore che influirà sulla scelta dei trasporti pubblici per gli spostamenti abituali.

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