Gli interventi statali di contrasto alla crisi economica causata dalla pandemia salvano le casse regionali. Minori entrate e maggiori spese, soprattutto in campo sanitario, sono stati in parte compensati dagli aiuti di Stato. Nonostante la situazione economica delicata delle regioni che durante il periodo della pandemia registrava flessioni sui bilanci con minori entrate e maggiori spese, grazie agli interventi statali gli enti regionali sono riusciti a far fronte agli effetti negativi generati dall’emergenza sanitaria.
È quanto emerge dalla “Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni/Province autonome” approvata dalla Sezione autonomie della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile ha esaminato i rendiconti finanziari 2018-2020 contenuti nella banca dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP), evidenziando la tenuta complessiva delle Regioni all’impatto pandemico. Quelle a statuto ordinario, rileva la Corte, registrano un lieve incremento delle entrate correnti per i maggiori trasferimenti statali nel 2020.
La spesa sanitaria dell’intero comparto delle Regioni passa dai 122,1 miliardi di euro del 2018 ai 136,7 del 2020, concentrandosi per lo più nella parte corrente del bilancio in linea con lo scenario pandemico che ha reso necessario l’abbandono delle logiche di contenimento. Decrescente, invece, rispetto al 2019, è l’andamento della spesa sanitaria in conto capitale. La spesa non sanitaria – di incidenza più elevata nelle Regioni a statuto speciale per le maggiori funzioni – registra, nelle Regioni a statuto ordinario, una crescita accentuatasi nel 2020, con una maggiore distribuzione nei trasporti, nelle politiche sociali e per lo sviluppo economico.
È, inoltre, carente la capacità di programmazione per la parte in conto capitale, con tempi protratti di realizzazione degli interventi ed una parte consistente degli impegni assunti, non esigibile nell’esercizio, confluita nel fondo pluriennale vincolato. Nel complesso – evidenzia la Corte – si osserva una maggiore formazione di residui dalla competenza, come parte significativa di quelli complessivi, i quali riducono tuttavia la loro consistenza dagli 84,33 miliardi di euro del 2018 ai 79,75 del 2020.
I saldi di competenza 2018-2020 delle Regioni risultano in linea con gli obiettivi di finanza pubblica grazie alla semplificazione del regime dei saldi di quest’ultima, nonché al passaggio ai nuovi obiettivi del pareggio di bilancio. L’equilibrio di bilancio finale è sempre di segno positivo ma, a seguito della detrazione delle quote vincolate e accantonate dal risultato di amministrazione, emerge nel complesso un disavanzo principalmente legato al fondo anticipazioni di liquidità. Segna il passo, infine, con differenze sul territorio, il nuovo debito delle Regioni (-1,35% nell’ultimo anno), in virtù della scarsa dinamica della spesa in conto capitale e della realizzazione di operazioni di ristrutturazione. Meritano attenzione gli andamenti del debito non finanziario e della componente del debito verso fornitori, in forte crescita nel 2020.