martedì, 30 Aprile, 2024
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Intervista a Giuseppe Sala sindaco del capoluogo lombardo al secondo mandato. “Milano più verde e sociale, mio impegno fino al 2026”

La rinascita di Milano post-covid, il piano aria-clima, la mobilità sostenibile, più servizi ai cittadini, cultura e socialità: Giuseppe sala racconta i suoi progetti in questa intervista per La Discussione.

 

La ripresa di Milano, post-pandemia, nel 2021 è stata molto forte. Per il 2022 quali sono le criticità e quali le opportunità?
I primi passi della ripartenza, nel 2021, hanno trovato Milano ancora una volta pronta, determinata e desiderosa di recuperare quanto la pandemia ha tolto alla città in termini sociali ed economici. Tuttavia i numeri del contagio ci dicono che la battaglia contro il virus è tutt’altro che finita. La crisi che il Covid ha generato è la principale criticità che Milano si troverà ad affrontare nell’anno appena iniziato, perché avrà un riflesso diretto sulla progettualità della città. Milano ha dato prova di voler oltrepassare lo stop cui il Covid l’ha costretta: l’essere tornata in cima alle classifiche sulla qualità di vita racconta che la trasformazione ambientale e la rigenerazione urbana ed edilizia in atto, così come l’azione del Terzo Settore sono i pilastri di una vera ripartenza verde ed equa. Gli eventi culturali, di moda e di design, i convegni e le occasioni sportive o di intrattenimento che rendono la nostra città fortemente attrattiva a livello nazionale e internazionale sono apprezzati e seguiti anche perché fanno trasparire la mentalità aperta al nuovo, internazionale e accogliente che caratterizza Milano. Il 2022 deve essere – e lo auguro di cuore, nonostante l’inizio sia molto difficile – l’anno dell’uscita dall’emergenza sanitaria e di una ripresa reale e duratura, in cui poter davvero realizzare le iniziative e i progetti del Pnrr.

Dopo il successo dell’Expo 2015 da Lei guidato, Milano è diventata la città più europea d’Italia e uno dei simboli della modernizzazione italiana del terzo millennio. È’ un miracolo irripetibile o potrebbe essere un modello anche per altre città, a cominciare da Roma?
Milano e Roma sono città profondamente differenti. Credo che ogni città debba riuscire a evolvere rispettando la propria storia e i propri tempi, ma  soprattutto non deve aver la paura di condividere e attingere ispirazione delle esperienze delle altre città, al fine di trovare la via più giusta per sé.
Con l’Expo del 2015 Milano è stata “riscoperta” dal mondo: oltre ad essere “place to be” per il design, l’architettura e le sperimentazioni del fashion e del food si è dimostrata capace di fare cultura e di animare il dibattito internazionale sociale, politico e scientifico sul delicatissimo tema della fame nel mondo. Ciò è stato possibile perché tutte le anime di Milano (cittadinanza, istituzioni, imprese, Terzo Settore) hanno collaborato negli anni affinché questa “riscoperta” avvenisse. Perciò, senza dubbio, quel che è accaduto a Milano dal 2015 è qualcosa di molto particolare e unico: a inizio 2020 siamo arrivati a contare 10 milioni di turisti. Per questo motivo penso che la laboriosità, la solidarietà, l’intraprendenza e l’apertura che Milano  mette in campo in ogni ambito possano davvero renderla un punto di riferimento per la crescita e lo sviluppo di altre città.

Quali sono le scelte strategiche che ha fatto nel precedente mandato e quali saranno quelle che caratterizzeranno i prossimi cinque anni?
Istituire l’assessorato alla trasformazione ambientale e aver avviato la realizzazione della città in 15 minuti – con quello che ciò comporta sul fronte della mobilità e dei servizi ai cittadini – sono tra le scelte di visione strategica avviate nel corso del mio primo mandato da sindaco di Milano che più caratterizzeranno anche i prossimi cinque anni, insieme a una decisa azione riguardante la rigenerazione dei quartieri e la riqualificazione degli immobili di edilizia popolare.

Milano subisce le condizioni di un microclima non favorevole al ricambio dell’aria e questo pesa sulle scelte per renderla sempre più “verde”. Quali saranno le prossime iniziative che intende intraprendere su questo tema cruciale?
L’iniziativa principale è dare attuazione al Piano Aria Clima, la cui approvazione è in discussione in questi giorni in Consiglio Comunale. Si tratta di un documento fondamentale che racchiude le azioni green necessarie per ridurre l’inquinamento in città.

Guidare una città simbolo come Milano per un lungo periodo Le conferisce sicuramente una oggettiva patente di leadership non solo gestionale ma anche politica. In un sistema politico privo di solidi punti di riferimenti pensa di poter mettere a disposizione del Paese la sua persona per ruoli di carattere nazionale?
Direi che per i prossimi anni ho già un impegno. Sono felicemente Sindaco di Milano. Le mie energie fisiche e mentali sono concentrate sulla sfida di far rinascere questa città dopo la violenta battuta d’arresto inferta dal Covid. Per il futuro, dopo il 2026, si vedrà.

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Redazione

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