Un’ apertura verso il Governo e il premier Draghi che i sindacati intendono portare avanti fino a primavera. Toni bassi, e le aspettative tutte protratte nel tempo futuro. Con l’impegno che la nuova previdenza
contenga misure che realizzino davvero una riforma ad ampio spettro.
Quindi nella versione a cuore ai sindacati, età di uscita a 62 anni con regole flessibili, ma come chiesto dal premier: un sistema tutto contributivo impostato al “più si versa, più si avrà”. Una previdenza
che dia attenzione alle donne e ai lavoratori con mansioni pesanti e usuranti, fino a modellare una pensione per i giovani che tenga presente la loro precarietà occupazionale e discontinuità contrattuale. Una previdenza che avrà bisogno di una notevole scorta finanziaria, soldi che oggi non ci sono per progetti così ambiziosi e duraturi.
Trattativa a tappe
La ragione di una trattativa che si snodi nel tempo ha due necessità. La prima di discutere meglio e bene ogni misura e a quali soggetti è rivolta; la seconda che se il Paese intercetterà la crescita i conti
saranno al sicuro e la finanza avrà possibilità di coprire spese sociali che oggi non hanno i fondi necessari.
La sostenibilità della riforma è diventato il tema centrale, che supera i ragionamenti sulle Quote e gli anni di uscita, perché i sindacati vogliono una previdenza flessibile, con la possibilità del lavoratore di
uscire liberamente – senza condizionamenti anagrafici – dopo aver versato un numero congruo di contributi oggi fissati a 38 anni. Da tagliare di 6 per alcune categorie come gli edili.
Risultati? Nessuna certezza
Le ipotesi girano attorno alla possibilità che le risorse siano trovate in tempi rapidi. La riforma della previdenza, così come quella del lavoro e ammortizzatori sociali, gravitano attorno ad un unico problema,
quello finanziario. In uno scenario dove gli indicatori dicono che ci sarà una crescita superiore alle aspettative, che andrà oltre il 6%, ma ci sono anche altre situazioni meno rosee, come l’impennata
dell’inflazione, l’aumento dei costi delle materie prime e quelle degli energetici. Alla domanda se la riforma della previdenza andrà a buon fine la risposta del segretario Cgil è dubbiosa.
“C’è la certezza dei risultati? No. Ad oggi abbiamo la possibilità di un confronto che non era scontata”. “Dobbiamo vedere quali saranno le risposte”, intanto gli “approfondimenti” partiranno a breve”, dice Landini.
Idi di marzo non turbano Draghi
L’incontro è stato per i sindacati anche l’occasione per verificare se la politica da oggi a primavera non mandi tutto all’aria. In questo senso tutte le riforme rischiano di finire nel guado di una campagna
elettorale e dispute tra partiti.
Lo scambio di battute sull’orizzonte del governo al tavolo sulle pensioni tra il premier Mario Draghi e il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, è stato illuminante e rassicurante. Il sindacalista ha
chiesto a Draghi se le riforme avranno una conclusione a marzo e, se ci sarà ancora lui come premier. “Ha risposto”, informa Bombardieri “sì, lo farete come me”. Osservazione che rassicura i sindacati che altrimenti vedrebbero un nuovo interlocutore con l’ipotesi di avere un altro stop.
Draghi tace, parla Orlando Se il premier non ha concesso interviste e rilasciato dichiarazioni a botta calda sull’esito del confronto ad esprimersi è il ministro del lavoro, Andrea Orlando. Che ricorda subito
che 8 miliardi della finanziaria saranno indirizzati ai lavoratori. “Le imprese devono essere aiutate, ma credo che in questo momento ci sia un tema di perdita del potere d’acquisto dei lavoratori”, dice Orlando.
In particolare sul tema delle pensioni, il ministro rimarca che sono stati “individuati i punti principali” del tavolo che partirà a dicembre e che “la volontà emersa è quella di affrontare le questioni di carattere
strutturale” del sistema cercando “di superare le distorsioni”. I punti principali, sottolinea Il ministro, “sono sostanzialmente tre: come si introduce un elemento di flessibilità, come si introduce una garanzia per i giovani e come si tiene conto della differenza e della gravosità dei lavori”.