venerdì, 22 Novembre, 2024
Politica

Controlli su bonus e RdC. Via 2500 navigator

Per il premier sono giornate campali. Deve intervenire con determinazione su molte tensioni che in queste ore si sono palesate su temi legati alla manovra. Il premier ha posto in rilievo l’importanza dei controlli sulle misure e benefici fiscali e finanziari come nel caso del bonus per l’edilizia e il Reddito di cittadinanza. Una delle misure sollecitata da Draghi nel corso della cabina di regia sui controlli anti-frodi su Superbonus e sconti sui lavori di ristrutturazione edilizia, è quello di realizzare listini di riferimento, dei “prezziari” per evitare che le fatture lievitino in modo anomalo. Tema che Draghi collega ad un uso etico dei fondi.

“Bisogna evitare che i bonus edilizi perdano credibilità come accadde negli anni ’70 agli aiuti allo sviluppo”, ricorda Draghi, “Si scoprì poi che gran parte delle risorse aveva finanziato corruzione e questo indebolì la credibilità dei fondi per lo sviluppo”. L’indicazione è chiara i fondi che siano per sostenere l’edilizia e il lavoro così come per il Reddito di cittadinanza, hanno necessità di controlli e verifiche.

Cdm tra novità e conferme

Con questo scenario di interventi e sollecitazioni evocati dal premier nel pomeriggio si è tenuto il Consiglio dei ministri che ha dovuto riprendere in esame una bozza di legge di Bilancio che nel giro di una settimana è passata da 185 a 219 articoli.

Tra le conferme il fondo da 8 miliardi per il taglio delle tasse. Così come il ritorno a 58-59 anni per Opzione donna, ossia la misura previdenziale che anticipa la pensione per le lavoratrici, la misura viene prorogata per un anno con i requisiti attuali. Mentre – deludendo le aspettative della Lega – il superbonus per le villette non cambia, conferma per il tetto Isee a 25mila euro per l’accesso allo sconto del 110% per i proprietari di abitazioni unifamiliari. Sul RdC c’è la conferma di una stretta con una novità, la prima che l’aiuto economico decade dopo due proposte di lavoro congrue rifiutate, la novità invece, è che “almeno ogni mese”, se non ci si presenta senza “comprovato giustificato motivo”, presso un centro per l’impiego, il beneficio decade. Le norme sulla congruità è se il lavoro dista “80 km dalla residenza” o vi si arriva in 100 minuti con mezzi pubblici, in questi casi si può rifiutare una volta. Il vincolo territoriale salta dalla seconda offerta, perché diventa congrua da qualsiasi luogo arrivi in territorio italiano.

Non si pagherà l’imposta di bollo anche nel 2022 per le certificazioni dei dati anagrafici online. Buone notizie, inoltre, per il personale del pronto soccorso, ci saranno 90 milioni di euro annui, “ai fini del riconoscimento delle particolari condizioni del lavoro svolto”.
Otto miliardi per ridurre il fisco Per minimizzare la pressione fiscale saranno destinati 8 miliardi di euro. Ed è una conferma. I soldi serviranno per il taglio delle aliquote Irpef e dell’Irap. “Al fine”, si legge nel documento, “di ridurre la pressione fiscale sui fattori produttivi, con appositi provvedimenti normativi è disposto l’utilizzo di un ammontare di risorse pari a 8 miliardi di euro annui, a decorrere dal 202. Inoltre è prevista: ”una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo”. Sarà un incremento di 6 miliardi di euro per l’anno 2022 e 7 miliardi annui a decorrere dall’anno 2023. Una stretta del 20%, invece, per il tetto massimo del bonus per l’affitto dell’abitazione da parte dei giovani, che sarà pari a 2 mila euro. Nella precedente versione il tetto era fissato a 2.400 euro.

Sanità, aumentano i fondi

Cresce la dotazione per il Fondo sanitario nazionale, 2 miliardi l’anno per tre anni. “Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard a cui concorre lo Stato è determinato in 124 miliardi di euro per l’anno 2022, in 126 miliardi per il 2023 e in 128 miliardi a decorrere dall’anno 2024”.
Ci sarà un fondo per sostenere l’acquisto dei farmaci innovativi “è incrementato di 100 milioni di euro per l’anno 2022, di 200 milioni per il 2023 e di 300 mln a decorrere dall’anno 2024”. Per l’acquisto dei vaccini anti-Covid e per i farmaci per la cura dei pazienti con Covid le risorse sono “incrementate di 1,8 mld di euro per l’anno 2022”.

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