Massimo Angeli, è un pubblico ministero molto amato, semplicemente perché non esiste. L’ologramma letterario del magistrato Angelo Martinelli è il personaggio che in tutte le edizioni del Premio IusArteLibri, svetta nelle classifiche degli E-lettori per restituire loro la fede nella giustizia. Il P.M. Angeli non teme il CSM, benché le soluzioni alle sue indagini trovino fondamento nella Legge del Cuore, non è un uomo corrotto o corruttibile. Angeli è un puro che non si limita ad innamorarsi delle donne, ma le ascolta. E solo quando la loro pericolosità sociale si concreta in violazione di intimità spirituale, chiede severe condanne. Tutti gli altri tipi di tradimenti e truffe amorose, non assurgono mai a fatti di reato.
Il prolifico autore è stato ospite dei salotti giuridici estivi 2021 con due suoi romanzi: “Quell’amore di giudice” ed “Esclusivamente distinti”, pubblicati da BastogliLibri, ed entrambi presentati dal giudice Fiammetta Palmieri e dallo scrittore Emanuele Gagliardi.
Come si fa ad esercitare il mestiere di Dio, senza essere Dio?
Questa è una delle domande a cui Massimo Angeli saprebbe rispondere meglio di me. Io mi limito a ripetere quello che dicevo ai detenuti quando ero magistrato di sorveglianza: è il caso a scegliere in quale culla nasciamo e su quale poltrona ci siederemo per giudicare ed essere giudicati.
La raccolta di massime del CSM nel suo “Quell’amore di giudice” è una causalità o una provocazione?
Una scelta. Ho riportato sentenze disciplinari del CSM inflitte a magistrati che si erano fidanzati e sposati con prostitute o che tradivano pubblicamente la propria moglie o che erano stati visti in “costume”, solo per ricordare a tutti che anche il magistrato soggiace o giace per sentimento e non per sentimentalismo. O anche per far sapere che una dichiarazione d’amore può nascondersi fra le righe di una sentenza. L’amore supera le barriere e le barre sia del carcere sia delle aule di giustizia.
Esiste una caratteristica di esclusività dell’essere giudice?
Se la domanda è fatta al magistrato, rispondo che tale esclusività, nell’adempimento della funzione, risiede nell’osservanza della Legge. Come scrittore, la risposta è nel mio romanzo “Esclusivamente distinti”. La mia insana curiosità per gli annunci amorosi sui giornali, mi ha portato ad indagare sul concetto di “uomo distinto”.
E cosa ha scoperto?
Intanto che tale “requisito” è quello maggiormente richiesto dalle donne, che ne amplificano la rilevanza con l’avverbio “esclusivamente”. Dai distinti occorre saper distinguere i “presunti rispettabili“ . Del resto è innegabile che l’esistenza dell’art. 27 della Costituzione – secondo cui nessuno è colpevole fino a che non viene condannato in via definitiva – era ed è una questione che non interessa a nessuno. Fino a che non succede di trovarsi, un bel mattino, con una accusa addosso così grave da finire in carcere ed esser sbattuto in prima pagina.
Le prefazioni dei suoi libri sono sempre curate dal Prof. Pezzica che equipara la sua “poetica” a quella di Leopardi e Mogol. Concorda?
Sarei uno sciocco a dire che Pezzica si sbaglia. Se molti dei miei libri vengono letti non lo devo solo ai salotti IusArteLibri ma alle sue prefazioni. Pezzica ha accesso alla versione integrale del mio “poetizzare” e della mia “perversione sentimentale” che non viene mai svelata nei libri. Il sommerso ha il suo fascino. Il non dichiarato è pane quotidiano non solo per commercialisti e psicanalisti ma anche per i lettori seriali. Ed io mi fido molto degli E-lettori IusArteLibri.