lunedì, 20 Gennaio, 2025
Cronache marziane

Scherzo di Ferragosto

Approfitto di queste ferie agostane e della lontananza di Kurt, rimasto a peregrinare fra la mia biblioteca e il sole di Roma, per raccontarvi qualcosa di più sul Marziano. Poco dice infatti di Lui Ennio Flaiano, che lo creò – una settantina di anni orsono – essenzialmente per assegnargli un ruolo di comparsa capace di sostenere la propria cinica (e ludica) visione del mondo.

Ignorava forse quell’Autore che, quando si dà vita a un personaggio – magari semplicemente tinteggiandolo con pochi tratti di pennello – quello potrebbe poi anche esser capace di assumere una vita e un’identità propria: ed è quello che sembra essere accaduto, tanti anni dopo il suo precedente sbarco, al nostro Extraterrestre. 

Ma già questo ritorno sulla terra ci pone di fronte a una prima domanda: come mai, dopo tanto tempo, la fisionomia di Kurt non è mutata, né gli sono venute meno le forze per un ulteriore viaggio intergalattico?

Questa domanda complicata ha una risposta semplice, che si rinviene nella natura stessa di Kurt.

Gli orologi, infatti, sono solamente invenzioni della nostra civiltà che ci ha insegnato a misurare il tempo secondo una scansione calibrata sulla vita media degli esseri umani. A mano a mano che questa vita media aumentava, altrettanto accadeva per la precisione degli orologi: il tempo però restava sempre quello, almeno come fenomeno misurabile secondo canoni offerti da scienziati delle più varie discipline.

Non altrettanto potrebbe invece essere avvenuto su pianeti diversi dal nostro, ove solamente da pochi decenni andiamo a ricercare forme di vita rispetto alle quali il secondo passo sarà quello di comprendere in quali modi – e secondo quali tempi – quelle stesse forme siano venute ad aggregarsi.

L’aggregazione, d’altronde, oltre che fatto biologico, è anche un fatto giuridico e – prima ancora – politico: ecco perché ne faccio oggetto di attenzione in questa Rubrica.

Chiedendo scusa per questa digressione, torno al mio lavoro di completamento dell’immagine di Kurt.

Confesso di non aver ancora raggiunto, con il Marziano, un livello di confidenza tale da consentirmi di chiedergli quanto possa durare la vita media degli abitanti del suo pianeta e temo pure che potrebbe non comprendere la mia domanda, perché la misura del tempo è – come già visto – un fenomeno esclusivamente terrestre, anche se ha ormai perduto la propria consolidata staticità, visto che i nostri scienziati hanno da poco scoperto come sia possibile andare avanti e indietro fra i fusi orari disegnati dai geografi, per cui – se è possibile avanzare o arretrare nelle 24 ore che servono per fare il giro del globo a velocità superiori a quelle che lo fanno ruotare sul proprio asse, moltiplicandolo per la velocità della luce – dovrebbe anche essere possibile superare quel limite in misura direttamente proporzionale al superamento di quella velocità.

Mi rendo conto che, così ragionando, è facile scivolare dalla fisica alla metafisica; ma la limitata esperienza che abbiamo acquisito nei secoli ha pure insegnato a noi umani che – come la visione tolemaica del nostro posizionamento nel sistema solare è stata agevolmente superata dalle ricostruzioni che ne fecero Keplero prima e Copernico poi – sono sicuramente possibili ulteriori passi avanti, magari assumendo come punto di partenza le teorie relativistiche di Einstein, per consentirci (chissà quando!) di viaggiare nello spazio e nel tempo proprio come ora fa Kurt.

Sono d’altronde secoli che grandi scrittori immaginano possibili tali spostamenti e non mi riferisco soltanto ai romanzieri dell’età romantica: ma grandi figure letterarie che hanno saputo immaginare viaggi che non avevano solamente aspetti fantascientifici, ma anche profili di rilevanza politica. Basti pensare alle diverse visioni che due grandi esponenti dell’umanesimo – Ariosto e Machiavelli – ebbero degli ordinamenti che reggevano il loro tempo, soprattutto alla luce delle dirette esperienze di governo nelle quali furono Entrambi coinvolti: fin troppo note quelle di Machiavelli, meno quelle dell’Ariosto, che peraltro fu anche Governatore  Rinascimento della Garfagnana e conobbe da vicino il potere politico e le sue regole quasi quanto Luigi Pulci e la rappresentazione che Quest’ultimo ne fa nel “Morgante Maggiore” con l’apparente intento di spiegare – in modo un po’ diverso dall’Ariosto – la fuga del cervello di Orlando sulla luna: .

Chissà se Kurt, nelle sue peregrinazioni lungo lo spazio e il tempo si è avvicinato pure a quegli autori e soprattutto chissà se ha saputo cogliere la complessità e le somiglianze fra il Rinascimento in cui governava la dinastia dei Medici e i giorni nostri, ove si è costantemente alla ricerca del governo dei migliori.

Qualche similitudine è inevitabile: furono i Medici, infatti, ad inventare la Banca come modello di raccolta e reimpiego dei risparmi dei governati; ancora Loro insegnarono a piegare le regole della finanza a quelle della politica; sempre Loro a disegnare un modello di vigilanza bancaria nel quale la trasgressione delle “regole di sana e prudente gestione” (così almeno le definisce oggi il nostro Testo Unico Bancario) è poco più di una scusa per cambiare gli amministratori dell’una o dell’altra banca, attraverso strumenti di moral suasion, che di morale hanno assai poco..

Molti secoli dopo, ancora in Toscana, si verificò nuovamente che una banca di tradizioni molto antiche fosse stata asservita alle esigenze (per non dire alle fauci) di un partito politico che aveva assunto i panni del nuovo Principe di machiavellica memoria.

 Ma non posso dimenticare che i Medici pagarono caro l’errore di aver assoggettato la loro creatura alle regole del potere politico, per di più con il compiacimento dell’apparato – anch’esso creato da Loro – che doveva trattare la sana e prudente gestione secondo le regole della caccia all’araba fenice.

Il resto è storia recente, perché la banca di cui prima dicevamo sta per essere inghiottita – con i suoi segreti e anche con il compiacimento di chi mancò di vigilarla a dovere – da una banca un po’ più grande, rischiando però di trascinare anche quest’ultima in rovina.

Buone Vacanze a tutti!

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