La prossima volta, il Presidente del Consiglio dovrà chiamare al telefono Giuseppe Conte e non scomodare Beppe Grillo. Questo sembra l’esito immediato dell’accordo trovato proprio mentre infuriava la tempesta dopo il si dei Cinquestelle alla riforma Cartabia. Tanto rumore per nulla, dunque?
Domenica pomeriggio mentre Djokovic si sudava la vittoria su un fortissimo Berrettini, i parlamentari 5 Stelle erano riuniti per “processare” i loro 4 ministri : invece di astenersi, avevano detto si alla riforma Cartabia che sconfessa la linea Bonafede sulla prescrizione. Pare su ordine di Grillo. Apriti cielo!! Ma invece di fulmini e saette è apparso il sol dell’avvenire: Conte e Grillo si sono messi d’accordo. Evviva. La guerra è finita, andate in pace. Chiedere di conoscere il testo dell’accordo è troppo :il Movimento aveva iniziato con lo streaming tutto in vetrina ed è finito nel buio delle segrete stanze, a luci spente. Stando ai bene informati il nuovo Statuto prevede: nessuna diarchia, Conte unico titolare dell’indirizzo politico, Grillo custode dei valori, all’avvocato il comando, al fondatore la sorveglianza etica, una sorta di super probo-viro. Quando leggeremo capiremo di più. Pare che la partita l’abbia vinta Conte che dovrà tenersi come vice oltre al fido Patuanelli anche il diplomatico Di Maio che alla Farnesina ha imparato a muoversi come una feluca anche tra le acque agitate dei 5 Stelle.
Letta può stare sereno
L’Happy end della guerra dei 30 giorni nei 5 stelle ha ridato il sorriso a Enrico Letta. Sulla scia di Zingaretti aveva scommesso su Conte per costruire uno spazio comune che mantenga la sinistra sopra la soglia psicologica del 30%. La scissione con la creazione di un nuovo partito di Conte avrebbe potuto provocare un’indebolimento non solo dell’area di sinistra ma anche dello stesso Pd che sarebbe stato un po’ cannibalizzato dal partito contiano. Nulla di tutto questo. Letta può brindare allo scampato pericolo, anche se dovrà faticare per tenere a bada fino alle elezioni del 2023 l’ala filo renziana, ostile ai 5 Stelle. Tutto filerà liscio tra Letta e Conte? Presto per dirlo.
Se un partito di governo trova pace la stabilità dell’Esecutivo si rafforza?
Pd-5Stelle insieme per alleggerire il peso di Salvini sul governo
Non esageriamo. Conte appena insediato nel nuovo ruolo di presidente con i pieni poteri, forse a fine luglio, darà ordine ai suoi ministri di alzare la voce a Palazzo Chigi. E lui stesso, che la sua voce non può farla sentire in Parlamento, dovrà usare i megafoni su media e social per dimostrare che i 5 Stelle esistono, non sono più disposti a incassare manrovesci e uscire dalla sala del Consiglio dei ministri con la coda tra le gambe. Questo, almeno sembra il corollario dell’accordo che porta Conte alla guida del Movimento. Il Governo traballerà? In ogni caso non cadrà, ma qualche scossa potrebbe esserci. Anche Letta ha bisogno di far pesare di più il Pd nelle scelte del Governo. Se Letta e Conte vogliono prefigurare un fronte ampio devono saper concordare iniziative comuni verso l’Esecutivo. Ma per farlo non devono mettere Draghi nella sgradevole posizione di essere attaccato da loro e difeso da Salvini. Impresa complicata. Hic Rhodus hic salta, vale per Letta, vale per Conte, vale per l’asse Letta-Conte.