sabato, 28 Giugno, 2025
Economia

Covid: 1 famiglia su 3 è peggiorata la situazione economica

Nonostante l’anno difficile, gli italiani sono soddisfatti per la proprio vita personale ma per 1 famiglia su 3 è peggiorata la situazione economica. E’ quanto emerge dal report dell’Istat “La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita, nel 2020”. Anche nelle fasi iniziali della pandemia, una quota rilevante di cittadini ha continuato a manifestare un giudizio positivo per la propria vita personale.

Nella prima parte dell’anno le dimensioni della salute, delle relazioni familiari e amicali o del tempo libero, valutate nei 12 mesi precedenti, hanno continuato a soddisfare e gratificare quote elevate di popolazione. Il giudizio sulla situazione economica personale è rimasto positivo per la maggioranza delle persone, ma e’ peggiorato tra i lavoratori autonomi. Emergono segnali di criticità per la situazione economica familiare: sale dal 25,7% al 29,1% la quota di famiglie che dichiarano un peggioramento rispetto al 2019. Il 44,3% le persone che dichiarano un’elevata soddisfazione per la loro vita.

Rispetto agli anni precedenti, in generale la crescita della soddisfazione ha riguardato gli occupati, con l’eccezione dei lavoratori in proprio. La condizione occupazionale influisce sul giudizio. Chi è occupato o impegnato in una attività formativa (studenti) esprime più frequentemente giudizi molto positivi: Il 49% degli occupati e il 52,1% degli studenti dichiarano una soddisfazione elevata. Anche la posizione nella professione incide: tra gli occupati, i livelli di soddisfazione più alti sono espressi da dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (53,1%), insieme a quadri e impiegati (50,9%), rispetto a operai (46,8%) e lavoratori in proprio (44,8%). Le persone in cerca di nuova occupazione (32,6%) e le casalinghe (39,9%) presentano, come in passato, livelli bassi. La soddisfazione generale aumenta con il titolo di studio.

Le persone molto soddisfatte sono il 36,6% tra chi ha al massimo la licenza elementare e il 50,1% tra i laureati. Tra questi ultimi la quota di soddisfatti ha un incremento superiore alla media (erano il 43,7% nel 2019). La soddisfazione per la vita aumenta al Nord, è stabile nelle altre ripartizioni A livello territoriale, il Nord presenta la quota più alta di coloro che dichiarano un voto compreso tra 8 e 10 rispetto alla soddisfazione per la vita (48,3%), il Centro una quota intermedia (42,7%) e il Mezzogiorno la quota minore (39,8%).

Le regioni con i più elevati livelli di soddisfazione sono il Trentino- Alto Adige (61,8%), la Valle d’Aosta (54,0%) e il Friuli Venezia-Giulia (49,4%), quelle con i livelli più bassi sono la Campania (31,7%) e la Sicilia (39,8%). Rispetto al 2019, le differenze territoriali rimangono ancora consistenti. La quota di persone che esprimono i punteggi più alti è in crescita al Nord (dal 46,7% del 2019 al 48,3% del 2020), mentre risulta stabile al Centro e nel Mezzogiorno. Entrando nel dettaglio si legge che la quota di persone soddisfatte per le proprie relazioni familiari rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2019, mentre quella per le relazioni amicali cala leggermente, in ragione dei primi ostacoli posti dalla pandemia a questo aspetto della socialità.

Nel 2020, l’89,7% delle persone di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo. Solo una quota residuale, l’1,5%, giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente. A livello territoriale, la quota dei soddisfatti si riduce all’88,5% nel Mezzogiorno, attestandosi su livelli inferiori a quelli delle altre ripartizioni territoriali (90,8% al Nord, 89,3% al Centro) dove non si registrano significative variazioni rispetto al 2019.

L’impatto iniziale della pandemia non incide sulla soddisfazione per la salute. Sul proprio stato di salute l’81,6% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatti).Nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell’età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (56,9%). Le donne dichiarano una soddisfazione sempre minore degli uomini anche a parità di età, con differenze maggiori nelle età anziane: sono molto o abbastanza soddisfatte per il proprio stato di salute nel 79,4% dei casi rispetto all’84% degli uomini Rispetto al 2019 si osserva una lieve crescita della quota di soddisfatti per questo aspetto della vita. In aumento il divario di soddisfazione lavorativa tra dipendenti e autonomi: nel 2020 il 79% degli occupati dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro.

I livelli di soddisfazione sono più elevati al Nord e al Centro, dove gli occupati molto soddisfatti rappresentano il 18%, rispetto al 14,3% nel Mezzogiorno. La crescita della soddisfazione non è omogenea tra le varie categorie di lavoratori. Rispetto alla condizione professionale, nell’ultimo anno si registra un decremento rilevante tra i lavoratori in proprio e i coadiuvanti (da 54,7% a 51,5%), un possibile segnale degli effetti della pandemia sulla sfera economica. I giudizi sulla percezione della situazione economica a livello familiare evidenziano un quadro di sostanziale tenuta, con qualche segnale di peggioramento.

La maggioranza delle famiglie giudicano invariata la propria situazione economica rispetto all’anno precedente (62,8%), tuttavia si registra un calo della percezione di stabilità (65,2% nel 2019) e un aumento di quella di peggioramento (29,1% rispetto a 25,7% del 2019). Le dinamiche risultano differenziate sul territorio: al Nord si ha la crescita maggiore della quota di famiglie che dichiarano un peggioramento della situazione economica familiare (28,9% rispetto al 24,3% del 2019); segue il Mezzogiorno (28,0% da 26,8%) e il Centro (30,8% da 27,5%).

I dati del 2020 mostrano come la cautela sia ancora l’atteggiamento prevalente. Alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, il 75,3% delle persone risponde che “bisogna stare molto attenti” mentre il 23,2% è orientato a un atteggiamento di fiducia. Considerando il quesito sulla “restituzione del portafoglio smarrito da parte di un vicino di casa, di un appartenente alle forze dell’ordine o da un perfetto sconosciuto”, i rispondenti hanno dichiarato il maggior grado di fiducia verso gli esponenti delle forze dell’ordine (86,2%, 84% nel 2019), seguiti dai vicini di casa (75,1%, 73,3% l’anno precedente) mentre soltanto il 15,7% si fida degli estranei.

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