mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Nel 2021 gli italiani preferiscono ancora aprire attività negli Emirati

Mentre nell’estate 2020 in Italia veniva dato il bonus vacanze, gli Emirati Arabi Uniti prendevano delle ragionevoli precauzioni restrittive a fronte di quella che sarebbe stata la ripartenza economica prevista per il 2021, anche legata a Dubai EXPO. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, la seconda ondata di coronavirus ha annientato definitivamente l’economia italiana già vacillante, invece gli Emirati (in particolare Dubai, capitale turistica indiscussa del golfo persico) hanno festeggiato l’anno nuovo con il sold out degli hotel e appartamenti vacanzieri, facendo oltretutto un grosso investimento mantenendo aperte le linee aeree dirette con la compagnia Fly Emirates da Milano, Roma e Bologna. Tuttavia la seconda ondata di Coronavirus anche a Dubai, specialmente nel mese di febbraio 2021, ha registrato un picco sostanziale di contagi, gestiti parzialmente con la campagna di vaccinazione gratuita per i residenti, che attualmente è stata somministrata al 50% della popolazione.

A segnalarlo è la Falcon Advice con sedi in Italia e Dubai, che da anni aiuta le aziende italiane a costituire società a Dubai attraverso le famose free zone, aree speciali dove non si pagano tasse. Ma come si fa ad aprire una società a Dubai? E quali sono le tendenze del 2021 per chi decide di investire a Dubai? La Falcon è diventata un punto di riferimento per quanto riguarda l’analisi dei trend da e verso Dubai, grazie alle recensioni positive da parte di clienti soddisfatti che in tutti questi anni hanno deciso di investire a Dubai. “Questo è uno dei nostri doveri – espone il CEO di Falcon Advice, Daniele Pescara – fornire gli strumenti ai nostri clienti e applicare delle soluzioni “chiavi in mano” a fronte delle esigenze di mercato”.

“L’anno scorso, abbiamo riscontrato un +200% di richieste nei primi 4 mesi del 2020 rispetto ai primi 4 del 2019 – continua Pescara – attualmente, considerando i dati elaborati dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, le stime di chiusura del bilancio sull’andamento medio del fatturato 2020 delle aziende presenti nel territorio italiano sono pericolosamente eloquenti: – agenzie di viaggio e tour operator -73,2 per cento; – attività artistiche, palestre, piscine, sale giochi, cinema e teatri -70 per cento; – alberghi e alloggi -53 per cento; – bar/ristoranti -34,7 per cento; – noleggio e leasing operativo -30,3 per cento; – commercio/riparazione di autoveicoli e motoveicoli -19,9 per cento. In termini assoluti, la perdita di fatturato più importante ha interessato il commercio all’ingrosso (-44,3 miliardi di euro). Seguono il commercio/riparazione di auto e moto (-26,8 miliardi) i bar e i ristoranti (-21,3 miliardi di euro), le attività artistiche, palestre, sale giochi, cinema e teatri (-18,3 miliardi), il commercio al dettaglio (-18,2 miliardi), gli alberghi (-13,9 miliardi), le agenzie di viaggio e i tour operator (-9,3 miliardi)”.

“I dati sono espliciti – conclude il CEO di Falcon Advice, Daniele Pescara – la nostra azienda grazie alla reputazione consolidata e alle recensioni positive da parte del mercato è divenuta un vero e proprio osservatorio oltre confine, pertanto le nostre previsioni al temine del primo quadrimestre del 2021 sono di un ulteriore aumento di richieste di aperture societarie rispetto al 2020”.

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