venerdì, 19 Aprile, 2024
Società

Thrift shopping: la moda ambientalista del futuro

Il vecchio mercatino delle pulci che un tempo snobbavamo ed evitavamo si è preso la sua rivincita, diventando un vero e proprio fenomeno che sta spopolando sempre di più in tutto il mondo. Il concept è molto semplice, acquistare abiti originali a poco prezzo in luoghi folcloristici ricchi di storia. Si esatto storia, non si tratta infatti di abiti prodotti in serie e spediti in tutto il mondo ma molto spesso di pezzi unici che prima di arrivare tra le nostre mani hanno vissuto altre 7 vite, un po’ come i gatti.

È un fenomeno principalmente anglosassone, pensiamo ad esempio a Camden Town e Portobello Road a Londra o al quartiere di Williamsburg a New York, ma che con gli anni si sta espandendo in tutto il globo anche qui in Italia, ad esempio il quartiere Monti a Roma è ricco di questi negozi eclettici e particolari, nei quali è possibile scovare delle vere e proprie gemme. Oltre che ad essere buono per il nostro armadio e per il nostro portafoglio, questo tipo di shopping è ottimo anche per l’ambiente.

Basti pensare che gli americani gettano ogni anno 10.5 milioni di tonnellate di abiti, questo accade perché l’industria della moda produce a ritmi serrati, spingendo così il consumatore ad acquistare i nuovi abiti di tendenza e a buttare quelli ormai passati di moda, anche se comprati pochi mesi prima. Questi vestiti poi nella maggior parte dei casi sono costituiti da materiali sintetici come la plastica che una volta buttata via rimane nell’ambiente per centinaia di anni, inquinando il pianeta e gli oceani.

Per non parlare poi delle quantità di acqua utilizzate in questo settore, ad esempio per produrre un paio di jeans sono necessari ben 7000 litri di acqua. Dunque per aiutare il nostro pianeta, il nostro portafoglio e il nostro armadio la prossima volta che decidiamo di acquistare qualcosa facciamolo con coscienza e magari troveremo anche un pezzo che non possiede nessuno salvando allo stesso tempo l’ambiente.

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