venerdì, 15 Novembre, 2024
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Coronavirus, Musumeci “task force per verifica hotspot per migranti”

C’è una task force a lavoro per verificare le condizioni igienico-sanitarie dei centri di accoglienza e degli hotspot per i migranti sull’Isola. Lo ha annunciato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che a Catania ha illustrato l’ordinanza, firmata sabato notte, sullo sgombero degli hotspot e dei Centri di accoglienza per i migranti, con le relative modalità di attuazione. Ordinanza, la terza firmata dal Governo regionale per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus che “è in linea con gli altri due provvedimenti firmati in materia anti Covid-19”.

“La task force – ha aggiunto Musumeci – è già a lavoro per verificare le condizioni di sicurezza dei centri di accoglienza, degli hotspot per i migranti, i numeri e le presenze in questi centri. Per verificare se ci siano le condizioni sanitarie adeguate per contenere il contagio da Coronavirus”. Al presidente Musumeci, ha fatto eco l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza che ha spiegato: “Verificheremo, come è stato fatto a Vizzini, che le strutture presentino le condizioni igienico-sanitarie necessarie. A Vizzini era stato immaginato di tenere in 18 metri quadrati otto migranti su letti a castello. In tempo di una pandemia dichiarata dall’Oms era ed è una follia, anzi un modo per esporre a rischio di contagio che, mi permetto di dire, costituisce reato”.

Un gruppo di esperti, quindi, “per avere una situazione aggiornata – ha aggiunto Razza – sul numero di migranti e sulle loro condizioni di salute”. “La task force – ha puntualizzato – opererà a supporto di ogni tipo di iniziativa che intenderemo adottare”. Tornando a parlare della nuova ordinanza, Musumeci ha poi sottolineato: “Da parte nostra non c’è alcuna volontà di scontro con lo Stato centrale anche perché lo Stato siamo noi.

La Regione, i Comuni, le ex province. Dal governo centrale ci attendiamo lo stesso rispetto. Ad atteggiamenti improntati ad arroganza, superficialità o ai silenzi che fanno perdere tempo alla risoluzione dei problemi noi diciamo no. Abbiamo rivendicato il diritto di tutelare la salute dei siciliani, di chi si trova in Sicilia, alcuni milioni di cittadini che chiamiamo turisti e di quelle persone che vengono ammassate in hotspot e centri accoglienza meglio identificate come migranti”.

Poi il governatore si è rivolto al Governo nazionale: “Le competenze sono vostre? Anche quelle sanitarie? Se è vostra la competenza, siete fuori legge perché in questi centri non c’è alcuna garanzia di sicurezza”. L’ordinanza di Musumeci scade oggi, a mezzanotte. “Aspettiamo la mezzanotte – ha precisato – se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione alla mia ordinanza non dovessero farlo a noi rimane solo una strada: rivolgerci alla magistratura.

Ci troveremmo di fronte a una palese omissione, con tutto quello che determinerebbe in un contesto di epidemia. Se il Governo dovesse impugnare l’ordinanza – e non lo ha ancora fatto – faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune”. “Se invece il governo dovesse venire incontro alla nostra legittima richiesta – ha aggiunto il governatore – può chiederci 2 – 5 – 8 giorni di tempo per ricollocare i migranti e mettere i sigilli negli hotspot e in tutti centri di accoglienza (se non lo fa lo faremo noi) dell’isola con buona pace di un certo buonismo ipocrita: cosi chiudiamo una pagina indecorosa, perché la gente non ne può più”. “Invece di rispondere con atti concreti sull’emergenza immigrazione – ha aggiunto Musumeci -, il governo centrale trova la soluzione: creiamo campi di concentramento, che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. Ci troviamo con tende che ci ricordano luoghi e scene da dimenticare assolutamente. Il governo centrale la smetta di mostrare i muscoli e faccia il proprio dovere, che finora non ha fatto del tutto. Noi andremo avanti. No al un politica di bassa cucina e a campagna elettorale su questa materia. Ho il dovere di tutelare la salute della gente che sta sull’isola”.

Per Musumeci la chiusura dei centri per i migranti non è una questione politica, ma una necessità. “Gli hotspot e i centri d’accoglienza – ha dichiarato – non sono rispondenti ai criteri di prevenzione previsti dalla condizione di emergenza da epidemia”. “Se chiediamo alla gente – ha aggiunto – di tenere la distanza, di portare la mascherina, di stare attenti quando si recano nei ristoranti, se vietiamo gli assembramenti nei locali serali con provvedimenti duri, seri sulle discoteche, è mai possibile che in uno standone debbano stare ammassate 500, 600, 700 persone?

Lampedusa è un’isola abbandonata a se stessa. È caduto nel vuoto l’appello del sindaco Totò Martello, così come il sopralluogo del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Appelli inascoltati, tant’è che ancora oggi la dichiarazione dello ‘stato d’emergenza’ non c’è. I numeri degli arrivi sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7067 migranti e ad agosto altri tremila. Nel 2019 sono stati a luglio 1088, ad agosto 1268 in tutto il mese”. (Italpress)

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