giovedì, 28 Marzo, 2024
Società

Legge Zan, l’unità dei credenti e l’alleanza Covid-società arcobaleno

Giovedì sono stato come osservatore alla manifestazione contro la legge Zan, organizzata da Sentinelle in piedi, Comitato Difendiamo i nostri figli e da Pro Vita e Famiglia. C’erano Gandolfini, Coghe, Brandi, Costanza Miriano etc. Tanta gente comune, società civile e associazioni varie. Sono rimasto colpito.

A metà incontro sono intervenuti dal Palazzo, Salvini, la Meloni, Malan, la Ronzulli e altri parlamentari. Nell’insieme, una forza e una debolezza. E’ indubbio che siamo arrivati a un punto morto. Al momento sono al palo tutte e due le opzioni fin qui seguite dai credenti: quella dei “cattolici nei partiti” (schema-Ruini), che non ha dato frutti, se non la narrazione “vicina” di Lega, Fdi, e di qualche singolo forzista, cui non sono seguiti fatti legislativi degni di nota (l’auspicio è che cambi esecutivo); e quella del “partito dei credenti”, ancora minimale sul piano numerico. Ciò che resta del Family Day è un ricordo lontano. E le manifestazioni nel suo nome, rischiano purtroppo unicamente di apparire come difensive e perdenti. Non incidono, considerando inoltre, la congiura del silenzio che spezza sul nascere ogni pensiero contrario al mainstream.

Quindi, una riflessione va fatta. Senza pregiudizi.
La sensazione è che il popolo dei credenti, il popolo del buon senso, il fronte antropologico, sia ridotto al lumicino, diviso, spezzettato in troppi rivoli, senza una leadership forte, autorevole, unitaria. Responsabilità anche delle istituzioni ecclesiastiche in stato confusionale, incapaci di fare chiarezza almeno sui principi non negoziabili, colte da una preoccupante deriva sociologica. “Esortano”, non si schierano, “si preoccupano”, non affermano.

Di fronte al rischio di un regime politico, di un governo che tenterà di usare il Covid e la paura degli italiani, per comprimere le libertà politiche e parlamentari; di fronte a una Ue i cui prestiti ci indebiteranno sempre di più, di fronte a strumenti tecnologici e informatici che saranno usati per controllarci alla Grande Fratello, arriva la legge Zan. Guarda caso, viene imposta, con un’accelerazione molto sospetta. E non solo per obiettivi laicisti, l’ansia di costruire una società arcobaleno, in linea con le idee dei grillini e dei dem. Anche e soprattutto per creare un collante, un coesivo alla società che ci attende: una società con la maschera della libertà, della solidarietà e dell’amore, ma nella sostanza, chiusa in casa, liberticida, tirannica, dittatoriale fuori (si legga figlia del pensiero unico).

Zan, uomo di cultura e di alta professionalità, è solo la faccia rassicurante, tranquillizzante della legge. La faccia vera è quella della sindaca di Lizzano che non ferma i manifestanti Lgbt, che disturbano una preghiera collettiva in Chiesa, ma invita la Polizia a identificare i credenti. Ecco il vero volto della legge: giacobino, massimalista, antidemocratico, nel nome della libertà e dell’uguaglianza. Proprio come al tempo della Rivoluzione francese: 200 mila vandeani massacrati (il primo genocidio di massa), nel segno di Libertè-Egalitè-Fraternitè.

Basterà “essere”, per “essere contro”, “esistere” per incitare automaticamente all’odio, grazie alle maglie interpretative della futura legge. Quello che è accaduto a Lizzano è solo la prova tecnica di ciò che accadrà se venisse approvata.

Il vero tema non è “religione sì-religione no”, ma la libertà di tutti.
La cerimonia di Lizzano non era un evento contro i gay, solita comunicazione Lgbt, la mistica della discriminazione, ma un incontro di preghiera per la famiglia e semmai, contro la legge Zan. Un diritto costituzionale. E poi, se proprio vogliamo entrare nel particolare, nessuno può e deve interferire nella libera scelta di fare e dire Rosari sugli argomenti che si vuole. Tra l’altro, in Chiesa.

In ballo c’è quindi, la libertà religiosa, associativa, di pensiero, principi certificati dalla Costituzione, che i militanti laicisti usano a loro piacimento e a senso unico. Per questo la legge Zan è anticostituzionale: viola l’articolo 3 (tutti uguali di fronte alla legge, promozione dell’uguaglianza, senza differenze di razza, pensiero, orientamento sessuale e religione, concetto quest’ultimo mai ricordato), e l’articolo 29 (che parla di famiglia naturale).

Con la legge Zan si creerebbe una “razza” diversa e superiore, più garantita, tutelata, più uguale delle altre.
Allora, se l’obiettivo è questo, rafforziamo tutte le discriminazioni, nessuna esclusa: sessuali, religiose (cristianofobia), legate al fisico (gli obesi), all’appartenenza geografica (terroni) etc.

Per l’istigazione all’odio, ci sono già le leggi vigenti e il codice penale. Non c’è bisogno di ulteriori rafforzativi ideologici. Quindi, l’accelerazione della legge Zan (speriamo ancora che si fermi in aula), nasconde un altro scopo.

Lo_Speciale)

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Redazione

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