giovedì, 19 Giugno, 2025
Esteri

Ancora strage a Gaza: Idf spara sulla folla in fila per il cibo, più di 60 morti

Meloni e Guterres chiedono il cessate il fuoco. Israele colpisce anche in Iran. Amnesty denuncia: “Crimini di guerra in Cisgiordania”. Tajani: “Stiamo cercando di far uscire gli italiani da Israele”

L’esercito israeliano ha ripreso a colpire duramente la Striscia di Gaza, provocando l’ennesima strage di civili. Almeno 34 palestinesi hanno perso la vita sotto le bombe, dopo che solo il giorno prima erano stati uccisi 60 civili a Khan Younis, colpiti mentre tentavano di ottenere cibo dai camion degli aiuti. Si tratta del bilancio più drammatico da maggio a oggi, con oltre 60 vittime in 24 ore. Secondo testimonianze raccolte da Reuters, i carri armati israeliani hanno aperto il fuoco contro una folla di migliaia di persone lungo la strada orientale di Khan Younis. “Ci hanno lasciati avanzare, poi hanno cominciato a sparare proiettili di carro armato”, racconta Alaa, sopravvissuto ricoverato all’ospedale Nasser. I feriti sono oltre 220, almeno 20 dei quali in condizioni critiche. L’esercito israeliano ha ammesso di aver aperto il fuoco nella zona, promettendo un’indagine. Intanto, sono sbarcati a Cipro 1.500 sfollati da Israele, trasportati su una nave da crociera. Il governo israeliano ha anche attivato un nuovo sito per agevolare il rientro dei turisti stranieri. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che, dopo aver evacuato numerosi italiani da Teheran, è ora in corso un piano per far uscire chi vuole lasciare Israele. “Non si può parlare di evacuazione ufficiale”, ha spiegato, “ma stiamo organizzando collegamenti via Giordania o Egitto per permettere l’imbarco su voli civili”.

Amnesty: “offensive devastanti anche in Cisgiordania”

Intanto Amnesty International denuncia l’intensificarsi delle violazioni israeliane anche in Cisgiordania. Secondo un recente report, dall’inizio dell’anno almeno 80 palestinesi sono stati uccisi, inclusi 14 minorenni, durante operazioni dell’IDF nei campi profughi di Jenin, Tulkarem, Tammoun e al-Farah. Amnesty documenta anche la distruzione di infrastrutture civili, sgomberi di massa e l’imposizione di zone militari chiuse, con il divieto di accesso agli osservatori esterni. La Ong londinese definisce queste operazioni come “la più devastante offensiva in Cisgiordania dai tempi della seconda Intifada”, e accusa Israele di crimini di guerra sistematici.

Il papa, Kallas, Meloni e Guterres: “cessate il fuoco”

In questo contesto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il Segretario Generale dell’ONU António Guterres a margine del G7 di Kananaskis. Al centro del colloquio, riferisce Palazzo Chigi, “la necessità di lavorare per un cessate il fuoco che ponga fine ai combattimenti e consenta l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza”. Un appello condiviso anche da Papa Leone XIV, che durante l’udienza generale in piazza San Pietro ha parlato di “barbarie superiori a quelle dei tempi passati”, condannando l’uso massiccio di armi tecnologiche e definendo la guerra una “sconfitta per l’umanità”. Da parte sua l’Alta Rappresentante per la Politica estera dell’UE, Kaja Kallas, ha espresso la propria frustrazione per l’impossibilità di imporre sanzioni a Israele: “Se fosse per me, le applicherei subito. Ma rappresento 27 Stati e serve l’unanimità”. Kallas ha denunciato l’uccisione di civili in fila per ricevere la farina come “dolorosa” e ha assicurato di essere in contatto con Israele per far passare gli aiuti umanitari “che non devono diventare un’arma”. Intanto, la città di Milano ha accolto 16 famiglie palestinesi, per un totale di 43 persone, tra cui 25 minori. Lo ha annunciato l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé, spiegando che il Comune ha messo a disposizione strutture e personale per l’ospitalità, in collaborazione con Unhcr e la diplomazia italiana.

Israele-Iran

Intanto il conflitto tra Israele e Iran continua a intensificarsi. Nella notte, 25 jet dell’Aeronautica israeliana hanno colpito oltre 40 obiettivi militari in Iran occidentale, tra cui depositi di armi e lanciamissili. Secondo l’esercito israeliano, è stato neutralizzato anche un missile Emad pronto al lancio verso Israele. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato che è stato “distrutto il quartier generale della sicurezza interna del regime iraniano”. L’ayatollah Ali Khamenei ha risposto con toni durissimi: “L’Iran non si arrenderà mai. Qualsiasi intervento americano causerà danni irreparabili”. Secondo Khamenei, “il nemico sionista sta già pagando il prezzo della sua debolezza, e l’ingresso in campo degli americani ne è la prova”. Secondo l’ufficio del premier israeliano, dall’inizio del conflitto con l’Iran, Teheran ha lanciato più di 400 missili e centinaia di droni su Israele. I danni sono ingenti: 24 israeliani uccisi, oltre 800 feriti, 3.800 evacuati e quasi 19.000 richieste di risarcimento. In Iran, le vittime degli attacchi israeliani sarebbero almeno 224.Sul fronte statunitense, il presidente Donald Trump ha mantenuto la sua strategia ambigua. “Potrei attaccare, potrei non farlo. Nessuno sa cosa farò”, ha detto ieri ai giornalisti davanti alla Casa Bianca. Ha poi aggiunto che Teheran avrebbe espresso la volontà di riprendere i negoziati, ma che “la resa incondizionata” resta l’unica via. In parallelo, l’ambasciatore iraniano in Italia, Mohammad Reza Sabouri, ha dichiarato che “non vi sarà alcun negoziato sul nucleare finché continueranno le aggressioni israeliane”. Ha ribadito che l’Iran ha agito secondo il diritto all’autodifesa sancito dalla Carta ONU e ha accusato Israele di crimini contro la pace.

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