Sarà cruciale per il futuro del conflitto in Ucraina l’incontro tra Stati Uniti e Russia si terrà il 24 marzo a Riad, in Arabia Saudita. Il vertice, che avrà luogo in stanze separate con la mediazione saudita, rientra nella cosiddetta “diplomazia della navetta”, con le parti che negozieranno senza un confronto diretto. Nel frattempo, il Consiglio Europeo ha trovato un’intesa a 26 per sostenere l’Ucraina, aggirando il veto dell’Ungheria. L’inviato presidenziale Usa per la Russia e l’Ucraina, Keith Kellogg, ha confermato la partecipazione di squadre tecniche al vertice di Riad. “Si chiederà a entrambe le parti le loro condizioni, facilitando un dialogo indiretto per individuare possibili punti d’intesa”, ha spiegato Kellogg. L’obiettivo è creare un contesto di trattative in cui Stati Uniti e Russia possano discutere delle condizioni per un cessate il fuoco credibile.
Il vertice dei “Volenterosi” a Parigi
Giovedì, i leader europei si riuniranno a Parigi su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron, che cercherà un impegno chiaro per il supporto militare all’Ucraina. Macron ha ribadito che “l’Europa deve dimostrare determinazione nel sostenere Kiev, garantendo una pace duratura”. Il leader francese ha escluso, per ora, l’invio di truppe europee in Ucraina, sottolineando che “siamo ancora lontani da questa prospettiva”.
UE: l’Ungheria rimane isolata
Il presidente del Consiglio Europeo, António Costa, ha spiegato come l’UE sia riuscita ad aggirare l’opposizione dell’Ungheria: “Rispettiamo le differenze, ma non possiamo essere bloccati. Abbiamo trovato un accordo a 26 per sostenere l’Ucraina”. Nel frattempo, Budapest ha ottenuto dagli Stati Uniti un’estensione della deroga alle sanzioni sul gas russo, permettendole di continuare a effettuare pagamenti a Mosca.
missione ONU per il peacekeeping
Macron ha avanzato l’idea di una missione di peacekeeping sotto l’egida delle Nazioni Unite per proteggere un futuro accordo di pace in Ucraina. La proposta, discussa nel Consiglio Europeo, è vista come un’alternativa alla “coalizione dei volenterosi”. Anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato che l’unica opzione di peacekeeping plausibile sarebbe sotto mandato ONU.
Attacchi e accuse reciproche
Sul campo, la guerra continua senza sosta. L’esercito russo ha lanciato una massiccia offensiva con 214 droni contro l’Ucraina, prendendo di mira le regioni di Odessa, Zaporizhzhia, Sumy e Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato “una raffica di attacchi con droni e bombe guidate”, chiedendo un’intensificazione della pressione sulla Russia. Nell’attacco su Zaporizhzhia sono rimasti feriti sei civili, tra cui un bambino di quattro anni. Nonostante l’ordine di Vladimir Putin di sospendere gli attacchi alle infrastrutture energetiche in Ucraina, Kiev denuncia la continuazione dei bombardamenti russi. Il Cremlino nega ogni violazione, ma il conflitto continua a mettere a dura prova gli accordi di tregua parziali. Contemporaneamente Ucraina e Russia si accusano reciprocamente di un attacco alla stazione di misurazione del gas di Sudzha, nella regione russa di Kursk. Secondo fonti russe, la stazione, cruciale per il transito del gas verso l’Europa, sarebbe stata bombardata dall’esercito ucraino. Kiev, invece, sostiene che la Russia abbia attaccato la struttura per incolpare gli ucraini.
Russia tra USA e Corea del Nord
Nel frattempo, l’amministrazione Trump ha ridotto il controllo sulle sanzioni contro Mosca, con minore partecipazione ai gruppi di lavoro internazionali per il loro rispetto. Inoltre, Washington sta cercando di rinegoziare i termini dell’accordo sulle terre rare con Kiev, puntando a una maggiore influenza sulle risorse strategiche ucraine. Sul fronte asiatico, il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Sergey Shoigu ha incontrato il leader nordcoreano Kim Jong-un, rafforzando i legami strategici tra i due paesi. La visita di Shoigu segue il recente test missilistico antiaereo della Corea del Nord, che ha sollevato ulteriori preoccupazioni internazionali sul possibile supporto tecnico di Mosca a Pyongyang in cambio di truppe nordcoreane per il conflitto ucraino.