giovedì, 19 Settembre, 2024
Attualità

Viaggio Apostolico. Papa Francesco: “L’estremismo distorce la fede”

Il Pontefice ai fedeli: “C’è chi preferisce avere animali invece che figli”

“Occorre contrastare l’estremismo e l’intolleranza, i quali, distorcendo la religione, tentano di imporsi servendosi dell’inganno e della violenza”. Così Papa Francesco durante il primo giorno di incontri del suo Viaggio Apostolico in Indonesia, incontrando le autorità, la società civile e il corpo diplomatico nella sala del Palazzo Presidenziale ‘Istana Negara’ di Giacarta, dove ha parlato anche di calo della natalità: “Certe famiglie preferiscono avere un gatto, un cagnolino, e non un figlio”.

Durante il suo discorso, dopo i saluti ufficiali, il Pontefice ha osservato come “si potrebbe quasi affermare che, come l’oceano è l’elemento naturale che unisce tutte le isole indonesiane, così il mutuo rispetto per le specifiche caratteristiche culturali, etniche, linguistiche e religiose di tutti i gruppi umani di cui si compone l’Indonesia è il tessuto connettivo indispensabile a rendere unito e fiero il popolo indonesiano”.

Incrementare il dialogo

Per favorire una pacifica e costruttiva armonia, il Santo Padre ha ricordato come “la Chiesa desidera incrementare il dialogo interreligioso. Si potranno eliminare in questo modo i pregiudizi e far crescere un clima di rispetto e di fiducia reciproca, indispensabile per affrontare le sfide comuni, tra le quali quella di contrastare l’estremismo e l’intolleranza, i quali, distorcendo la religione, tentano di imporsi servendosi dell’inganno e della violenza. Invece la vicinanza, l’ascoltare l’opinione degli altri, questo crea la fratellanza di una Nazione. E questa è una cosa molto bella, molto bella”.

“Purtroppo, invece, – ha osservato Papa Francesco – si riscontrano nel mondo attuale alcune tendenze che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale. In diverse regioni constatiamo il sorgere di violenti conflitti, che sono spesso il risultato di una mancanza di rispetto reciproco, della volontà intollerante di far prevalere a tutti i costi i propri interessi, la propria posizione, o la propria parziale narrazione storica, anche quando ciò comporta sofferenze senza fine per intere collettività e sfocia in vere e proprie guerre sanguinose”.

Bisogno di giustizia sociale

Parlando, poi, di giustizia sociale e famiglia, il Vescovo di Roma ha lanciato un’accusa sia a chi non si impegna abbastanza a eliminare i divari sociali,, favorendo “leggi di morte”, sia a chi preferisce degli animali da compagnia ai figli: “D’altra parte sono molte le situazioni in cui manca un effettivo e lungimirante impegno per costruire la giustizia sociale. Ne deriva che una parte considerevole dell’umanità viene lasciata ai margini, senza i mezzi per un’esistenza dignitosa e senza difesa per far fronte a gravi e crescenti squilibri sociali, che innescano acuti conflitti. E come si risolve questo? Con una legge di morte, cioè limitare le nascite, limitare la ricchezza più grande che ha un Paese, che sono le nascite. Il vostro Paese, invece, ha famiglie di tre, quattro, cinque figli che vanno avanti. E questo si vede nel livello d’età del Paese. Continuate così. È un esempio per tutti i Paesi. Forse questo fa ridere; forse certe famiglie preferiscono avere un gatto, un cagnolino, e non un figlio. Questo non va”.

Tolleranza e rispetto

Rivolto alla platea Papa Francesco ha enfatizzato come l’Indonesia sia una nazione basata sull’equilibrio, facendo sue le parole di un suo predecessore: “Fratelli e sorelle, di fronte a queste ombre, rallegra osservare come la filosofia che ispira l’organizzazione dello Stato indonesiano manifesti saggezza ed equilibrio. Faccio mie, a tale proposito, le parole pronunciate da San Giovanni Paolo II, proprio in questo Palazzo, in occasione della sua visita del 1989. Egli tra l’altro affermò: ‘Nel riconoscere la presenza di una legittima diversità, nel rispettare i diritti umani e politici di tutti i cittadini e nel promuovere la crescita dell’unità nazionale fondata sulla tolleranza e il rispetto per gli altri, voi gettate le fondamenta di quella società giusta e pacifica che tutti gli Indonesiani desiderano per se stessi e che vogliono trasmettere ai propri figli’”, ricordando come “ la pace è frutto della giustizia”.

Il discorso al Clero

Sempre ieri, poi, c’è stato l’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminaristi e i catechisti presso la Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione di Giacarta.

Il discorso ha sottolineato come, nonostante i diversi ruoli, tutti sono fratelli e sorelle con il compito comune di far crescere il popolo di Dio.

Successivamente, il Pontefice ha riflettuto sul motto della Visita Apostolica, “Fede, fraternità, compassione”, attribuendo a queste tre virtù un valore significativo per la Chiesa indonesiana, caratterizzata da diversità culturale ed etnica ma unita nella convivenza pacifica.

Riguardo alla fraternità, il Papa ha sottolineato l’importanza di accogliersi nella diversità, senza fare proselitismo ma condividendo con rispetto la gioia dell’incontro con Cristo. Ha esortato i presenti a rimanere aperti e uniti, come “ponti del cuore” che uniscono tutte le persone, e ha avvertito contro le divisioni, attribuendole al diavolo.

Infine, il Pontefice ha concluso incoraggiando la comunità a continuare la propria missione “forti nella fede, aperti a tutti nella fraternità e vicini a ciascuno nella compassione. Fede, fraternità e compassione. Tre parole che vi lascio, e voi dopo ci pensate”.

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