martedì, 30 Aprile, 2024
Economia

Negozi chiusi, il crollo economico avrà effetti devastanti per le imprese. La Confederazione stima una perdita per 60 miliardi. Comparto turistico azzerato

A fine aprile la perdita per i titolari di negozi sarà di 30 miliardi, che arrivano a 45 se si calcolano i danni di marzo. Ma a fine anno il crollo economico per gli esercizi commerciali toccherà la perdita record di 60 miliardi, ossia una “situazione catastrofica”. Per Confesercenti si aggrava a dismisura la crisi delle imprese.

Il nodo rimane il far quadrare la priorità sulla salute, ma nel contempo è urgente accelerare la ripartenza. “Bene riapertura librerie, negozi infanzia e ingrosso carta, ma si poteva fare di più. Da potenziare misure PMI”, scrive la Confesercenti, “il prolungamento del lockdown aggrava la crisi delle imprese.

L’estensione dello stop fino al 3 maggio, con la conseguente perdita della Pasqua e dei Ponti di primavera, peggiora ulteriormente le prospettive economiche: a fine aprile, la spesa delle famiglie raggiungerà il punto di massima contrazione, con una flessione su base mensile fino a 30 miliardi (-30% circa). Nei primi quattro mesi dell’anno, la perdita cumulata raggiungerebbe i 45 miliardi”.

Nella stima della Confesercenti c’è la considerazione che l’emergenzasanitaria, di “questo passo, diventerà una vera e propria catastrofe economica”. “Possiamo però ridurre il crollo”, auspica la Confesercenti, “accelerando le riaperture: la salute rimane la priorità, ma è urgente porre le premesse per avviare un recupero del maggior numero possibile di attività economiche, garantendo la sicurezza di tutti”.

Per la Confederazione è un bene la riapertura di librerie, negozi per infanzia e ingrosso carta: ma si poteva fare di più. “Le nuove misure in arrivo per la sicurezza nei negozi potrebbero consentire una ripartenza anticipata anche per altre tipologie di imprese, ad oggi ferme”, sottolinea la Confesercenti, “Le ipotesi di riapertura. Una ripresa lenta, che nei mesi estivi non veda ancora a pieno regime la struttura commerciale, prolungherebbe infatti per tutto il 2020 la flessione dei consumi, che a fine anno sarebbe pari al -6% (-60 miliardi circa) rispetto al 2019. Con l’adozione dei necessari protocolli di sicurezza, questa perdita potrebbe essere fortemente attenuata”.

L’impegno che sollecita la Confesercenti è quello di ritornare alla normalità prima che sia troppo tardi per l’economia. “Riportando alla normalità tutta la struttura commerciale entro la fine di maggio, sarebbe possibile ridurre la flessione dei consumi a fine anno al -3,5%.”, propone la Confederazione nazionale degli esercenti, “Sempre una forte contrazione, ma almeno sarebbero poste le premesse per un pieno recupero nel 2021.

Nel frattempo, bisogna sostenere le imprese con più forza”. Il sostegno economico è l’altra faccia della medaglia delle richieste Confesercenti a sostegno delle piccole imprese.

“Molte delle misure messe in campo dai decreti CuraItalia e Liquidità rischiano di non funzionare, a partire da cassa integrazione e mutui”, teme la Confesercenti, “Il funzionamento a singhiozzo del sistema bancario, infatti, ha reso impossibile a molte imprese ottenere l’anticipo di liquidità necessario per la cassa integrazione. Sulla sospensione mutui prima casa, invece, si è fatto un pasticcio, escludendo di fatto dal beneficio un gran numero di imprenditori.

Dal decreto di aprile ci attendiamo decisi potenziamenti delle misure economiche, e non solo una revisione indennità da 600 euro”. I benefici inoltre per Confesercenti dovranno essere più “robusti” a sostegno del comparto del turismo, “che rischia di non ripartire nemmeno quando, finalmente, si darà il via alla fase due per tutte le attività”.

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