domenica, 26 Maggio, 2024
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Da Sanremo, Cambiamento e Trasparenza

La grande pausa dalla quotidianità che l’Italia si concede mettendo al centro del mainstream “Sanremo col suo Festival” è appena finita.
Ad un primo sguardo di sintesi, sembra, per contrappasso, dover dire che abbia vinto la Noia… cantata dalla Mango che ha emozionato i tantissimi spettatori, nel ricordo del papà. E non solo. Brava e meridionale. Amante del brand “Napoli” che sembra essere quel plus in più amato dai giovani e giovanissimi. Altro che noia. E qui iniziano le riflessioni su quel che resta di Sanremo e che ci porteremo avanti per un anno. Sanremo è uno dei pochi spazi social governato dai giovani, sempre più giovani e dai grandi numeri. Per questo, che piaccia o meno Sanremo ci appartiene. Quale messaggio porteremo fino al prossimo anno? Intanto i numeri elevatissimi sono destinati a crescere e a restare altissimi se pensiamo che il festival della canzone italiana abbia messo al centro i giovani, il futuro, il mondo digitale. Rivedremo sulle diverse piattaforme digitali le immagini di uno spettacolo complesso, ricco e ben costruito che è passato al setaccio di milioni di critici televisivi… gli Italiani reduci di essere solo commissari tecnici della nazionale, allenatori nel pallone e talvolta pure analisti politici e virologi per caso.

Finisce il festival e il Paese dopo questa bolla torna al quotidiano, ai femminicidi, agli incidenti sul lavoro, alle elezioni europee e americane, all’intervista a Putin che ci siamo completamente persi…. alla guerra russo ucraina e a Gaza. Del 7 ottobre nemmeno una traccia a Sanremo come nel Paese…
Cosa resta? Cosa dovremmo fare per distribuire quella voglia di leggerezza e di bontà un tanto al chilo, durante tutto l’anno? Cosa rende questa larghissima partecipazione popolare e social, intollerabile? Beh vi dico che chi non vuol vedere la capacità di rappresentare il cambiamento nel Festival perde tutto. Basta vedere come ci si veste sul palco, ascoltare le parole, per cogliere nella tensione per la Bellezza e la sensibilità, quel filo sottile che accomuna l’enorme cambiamento sociale e culturale che segnano generazioni di giovani a confronto. Ma adesso la pentola a pressione sta per scoppiare e sembra che in pochi riescano a leggere gli indizi che il tavolo salti. Si rischia ancora la credibilità del sistema Paese. Vogliamo provare a dire cosa varrebbe la pena approfondire?
Possibile che soldi alla mano sia impossibile comprare biglietti all’Ariston e a bordo della Costa? Possibile non dubitare del sistema del televoto che ha messo in difficoltà almeno due volte solo nella finale Amadeus e i suoi? Possibile che nessuno si renda conto che al di là dello share e della potenza mediatica di Sanremo ci sono vaste zone d’ombra, tra cui la pubblicità occulta, che andrebbero messe in luce? Possibile non vedere e non sapere che sono tanti i manager pubblici (Rai è servizio pubblico!) che non rispondono al telefono, al mercato, agli stimoli di aziende, enti, fondazioni e associazioni che chiedono trasparenza e partecipazione sui temi sociali? Possibile non rendersi conto che si allestiscono palchi e strutture di accoglienza, salotti e intere aree a marchio denominate “Case” e queste sono vuote (e persino chiuse) e finiscono per moltiplicarsi e moltiplicare a sproposito allestimenti e buffet, incontri e persino finti festival dilapidando danaro pubblico. Possibile continuare a non chiedersi se non sia possibile razionalizzare la spesa pubblica, tanto ci sono sponsor e ascolti? Questo dilapidare soldi pubblici e premiare gli amici degli amici diventa intollerabile quando poi si scopre che il sistema Sanremo è una casta chiusa che apre al talento e al merito degli ultimi, degli invisibili, dei diversi le proprie porte solo quando si vuol dare un segnale per tenere buono il popolino. Tanto nei piani alti le logiche e gli affari proseguono. Le scarpe di Travolta che tutti sapevano; la gita di un gruppo di onorevoli per caso che si piazzano per un sedicente festival della Bellezza per 4 giorni a Sanremo in occasione del Festival della Canzone… No signori, queste verità che i social raccontano con un velo di ipocrisia non è possibile più tacerle. È l’ora del cambiamento e della trasparenza pure a Sanremo. Perché se Sanremo si ama…. Viva l’amore puro e vero.

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