sabato, 16 Novembre, 2024
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Osservatorio Polimi: oltre 6 italiani su 10 hanno attivato lo Spid

Secondo quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Digital Identity della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi al convegno “Identità digitale: tutte le strade portano al wallet”, in Italia oggi oltre 6 italiani su 10 (61%) hanno attivato lo Spid, ossia 36,4 milioni di cittadini maggiorenni (il 73% degli over 18) a cui si aggiungono 13mila minorenni (appena lo 0,18% della platea), con 25 accessi totali stabili all’anno per utente (oltre 1 miliardo nel 2022). Inoltre, sono in possesso di Carta d’Identità Elettronica 39,3 milioni di italiani, ma la versione digitale della Cie, abilitata dall’app CieID, risulta ancora fortemente sottoutilizzata: solo 4 milioni di utenti la usano per accedere ai servizi online.

Obiettivo Pnrr lontano

Se i rilasci della Carta d’Identità Elettronica sono cresciuti del 23% in un anno, però, lo Spid sembra aver raggiunto un plateau, assestandosi a un tasso di crescita più contenuto rispetto agli ultimi anni: +9% da gennaio a novembre 2023 contro il +23% registrato nel 2022. Di questo passo, l’obiettivo fissato nel Pnrr di raggiungere 42,3 milioni di identità digitali entro giugno 2026 sembra ancora lontano. Un rallentamento che si osserva anche nel confronto internazionale: se in Svezia e Norvegia i sistemi di identità digitale, già molto diffusi negli anni scorsi, raggiungono già circa l’80% della popolazione, nei Paesi simili all’Italia la spinta della pandemia sembra essersi fermata: il sistema francese FranceConnect in un anno è salito dal 60% al 61%, quello belga itsme® dal 56% al 58%. Con un’incidenza inferiore allo Spid italiano, il Chave Movel Digital portoghese raggiunge il 54% della popolazione, lo SwissId elvetico il 39%.

Modello Digital Identity Wallet

Mentre si assesta la penetrazione e aumentano gli utilizzi, alcuni Stati hanno cominciato una transizione verso un modello di Digital Identity Wallet, anticipando la rivoluzione prospettata dal Regolamento eIDAS 2.0. Anche l’Italia sta definendo la propria strada, delineando un piano per costruire il proprio progetto, denominato IT Wallet. Gli Italiani sembrano già pronti a questa rivoluzione: quasi la metà sarebbe disponibile a caricare carta d’identità, tessera sanitaria o patente in un wallet con adeguate garanzie di sicurezza. Oltre agli Stati, anche diverse app ed ecosistemi di attori privati, come le Big Tech, hanno iniziato a integrare le credenziali di identità digitale: ad oggi si contano 111 app di wallet di diverso tipo che permettono all’utente di integrare documenti di riconoscimento. “Il 2023, per l’identità digitale si può riassumere in due parole chiave: evoluzione e sperimentazione – spiega Giorgia Dragoni, Direttrice dell’Osservatorio Digital Identity -. Continua il processo di consolidamento dei sistemi lanciati negli scorsi anni nei vari Paesi europei e aumentano le possibilità di utilizzo nel mondo digitale e fisico. Ma siamo agli albori di una vera e propria rivoluzione, rappresentata dal Wallet.

Una rivoluzione tecnologica

Alcuni Stati hanno già iniziato a sperimentare il proprio modello e in un futuro non troppo lontano potremmo dimenticarci a casa patente e carta d’identità, che saranno caricate in un’app presente nel nostro smartphone. Una rivoluzione tecnologica, ma anche dal grande valore politico: la creazione dell’identità digitale europea e` importante perché i cittadini dei 27 Paesi che la compongono condividano una comune identità”. Nella rivoluzione del Digital Identity Wallet, però, non sono solo gli Stati a voler giocare un ruolo di primo piano – avverte Valeria Portale Direttrice dell’Osservatorio Digital Identity -. Diversi privati stanno già sperimentando in questo ambito, in uno scenario di grande fermento. Ci sono i wallet sviluppati dalle Big Tech come Google, Samsung e Apple che in alcuni Paesi permettono di inserire documenti identificativi oltre alle carte di pagamento. Ci sono le soluzioni sviluppate nel mondo finanziario dalle app di home banking, fino ai wallet per pagamenti elettronici e peer-to-peer, che trovano nell’identità digitale la naturale evoluzione per sostituire progressivamente il portafoglio fisico”. Nel 2023 l’Italia ha preso decisioni importanti sulla convivenza di Spid e Cie. Nonostante il rinnovo delle convenzioni degli Identity Provider di Spid giunto a maggio 2023 e valido per il prossimo biennio, la strategia dell’attuale Governo è portare questi due sistemi verso la convergenza.

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