martedì, 30 Aprile, 2024
Società

La Consob contro la violenza economica sulle donne

A pochi giorni di distanza dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne scende in campo anche la Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, introducendo il tema della violenza economica di genere, per sottolineare come senza indipendenza finanziaria non può esserci parità e libertà.

“La parità non è solo parità nei diritti, ma è soprattutto parità nelle opportunità “, ha affermato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, alla tavola rotonda “Libere di contare. Più consapevolezza finanziaria. Meno violenza economica”. Senza questa parità sostanziale, ha proseguito il sottosegretario, “difficilmente potremo inverare i principi di uguaglianza costituzionale”.

L’autorità indipendente che vigila sulle borse, in apertura dell’incontro incentrato sulla ricerca di una strutturale emancipazione in campo economico delle donne, ha tenuto a sottolineare come le proprie dirigenti siano 11, eguali nel numero ai colleghi maschi. Ma nella globalità del nostro Paese c’è ”un humus”, ha detto il sottosegretario Freni, che non favorisce l’auspicata parità. Su 214 società quotate, solo in 5 la partecipazione di controllo è in mano a donne, a riprova che la loro inclusione finanziaria è inferiore a quella degli uomini. Su questo divario pesa anche a disparità di reddito per cui, secondo i dati forniti da Magda Bianco, capo del dipartimento tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia, gli uomini oggi percepiscono il 30% di più, con un pay gap che si attesta al 10%. E questo nonostante che le indagini dimostrino come l’ingresso delle donne nei cda, grazie alla Golfo-Mosca, incida positivamente purché, però, le consigliere siano almeno due. Una donna da sola in un cda di uomini, ha sottolineato Gabriella Alemanno, commissaria Consob, fatica a farsi ascoltare.

Per superare questa ennesima forma di violenza, che nella coppia spesso si sostanzia nella mancanza di controllo da parte della partner femminile sul conto corrente o sulle spese e il patrimonio familiare, fino al pressing subìto per lasciare il lavoro, secondo Gabriella Alemano, è necessario un sistema di politiche pubbliche che garantiscano l’autonomia delle donne e una loro maggiore alfabetizzazione finanziaria, sulla quale la Consob si dice particolarmente impegnata. Anche perché queste dinamiche disfunzionali si ripercuotono anche sul tasso di occupazione femminile che “in Italia – ha concluso la commissaria – è tra i più bassi della Ue”, con una perdita di talenti di cui le grandi aziende solo ora cominciano ad accorgersene.

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