mercoledì, 1 Maggio, 2024
Esteri

Biden insiste: “Brevi pause umanitarie”. Netanyahu: ospedali, zero carburante

Israele è a Gaza City. Da Rafah escono centinaia di profughi. Oggi parla Nasrallah il leader di Hezbollah

La pressione su Israele cresce al crescere della pressione di Israele su Gaza. Ieri anche il Segretario di stato americano Blinken ha dichiarato che oggi, a Tel Aviv, chiederà a Netanyahu di accordare delle brevi pause umanitarie delle operazioni militari per consentire il rilascio degli ostaggi. Prima ancora aveva parlato il Presidente Joe Biden chiedendo la “pausa”, ma il primo ministro Benjamin Netanyahu ha risposto che si è arrivati “al culmine della battaglia.” “Abbiamo ottenuto successi impressionanti”, ha spiegato, “e abbiamo superato la periferia di Gaza City. Stiamo avanzando”. E poi ha aggiunto: “abbiamo anche perdite dolorose, ma come mi ha detto uno dei combattenti niente ci fermerà. Faccio appello alle persone non coinvolte ad uscire e andare a sud, perché noi non ci fermeremo dall’eliminare i terroristi di Hamas”.

Portata in salvo bimba italiana

Al nord della Striscia si combatte, mentre al sud, chi ha eseguito le indicazioni di Israele ed è al valico di Rafah, comincia a uscire. Ieri per il secondo giorno consecutivo, in direzione Egitto, altre 400 persone con passaporto straniero e 60 palestinesi feriti in modo grave, sono potuti uscire. Fra gli stranieri, c’erano centinaia di americani e 50 belgi, altri europei, asiatici e africani. Ierimattina anche una bambina italiana di sei anni e la mamma palestinese hanno attraversato il valico di Rafah.

Ucciso ufficiale israeliano

Mentre sarebbero almeno 195, secondo Hamas i palestinesi uccisi in due serie di attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia. Gaza è ormai assediata da tre lati, con le principali vie di accesso sotto il controllo di Israele. La scorsa notte ci sono stati ancora scontri al confine tra Israele e Libano. Anche su Israele continua la pioggia di razzi e in questa situazione resta ancora incerto il destino dei 242 ostaggi in mano di Hamas. Ilcapo di Stato maggiore israeliano, Herzi Halevi ha detto che le forze del suo Paese sono ingaggiate “in una densa e complessa area urbana che richiede combattimento professionale e coraggio”. L’Idf ha confermato che il tenente colonnello Salman Habaka, comandante del 53 battaglione delle Forze Armate, è stato ucciso nei combattimenti nel nord della Striscia.

La strategia dei tunnel

L’ex vice capo di stato maggiore dell’Idf, Yair Golan, ha affermato che “in nessuna circostanza” i soldati entreranno nei tunnel di Hamas a Gaza. “Non è necessario entrarci” e “sarebbe un grave errore entrare nei tunnel” dove Hamas si nasconde e aspetta, ha insistito il generale riservista. “Nel momento in cui arriviamo ai tunnel, diventano una trappola mortale per il nemico. Dal momento in cui vengono trovati gli ingressi, il pieno vantaggio è delle forze attaccanti” ha concluso Golan. Tra l’altro Israele ha anche reso noto che si sta avvalendo dell’Intelligenza artificiale proprio per individuare e intervenire per smantellare la ragnatela di tunnel che si trovano nella Striscia.

Crimini di guerra

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha affermato che il bombardamento da parte di Israele del campo profughi palestinese a Jabalia potrebbe costituire un “crimine di guerra” dato l’elevato numero di vittime civili e l’entità della distruzione a seguito degli attacchi aerei. Gli attacchi sono considerati “sproporzionati” e “potrebbero equivalere a crimini di guerra”, ha scritto l’agenzia Onu su X. Anche ieri, da Ginevra, esperti Onu, hanno preso la parola stimando che il popolo palestinese “corre un serio rischio di genocidio”. “Il tempo sta scadendo per prevenire un genocidio a Gaza” dice il relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati. Ma di fatto Israele è in piena guerra e non intende fermarsi. Per capire la situazione reale, ieri, è perfino accaduto che il capo di Stato maggiore dell’esercito della “Stella di David”, Herzi Halevi, aveva annunciato che Israele avrebbe permesso l’ingresso di carburante a Gaza, se gli ospedali lo avessero esaurito. Su 36 ospedali, 14 hanno smesso di funzionare. M subito dopo l’Ufficio del primo ministro Netanyahu ha smentito il militare e ha rilasciato una dichiarazione, in cui si sottolinea che il premier non ha approvato alcun trasferimento di questo tipo. E comunque secondo le stime degli Stati Uniti, Hamas detiene circa il 40% dei 500mila litri di carburante presenti a Gaza.

Wagner fornisce Hezbollah

Nel frattempo, da quanto rivela il Wall Street Journal, il gruppo paramilitare Wagner potrebbe fornire un sistema antiaereo a Hezbollah: ci sarebbero trattative per fornire un sistema Sa-22, che utilizza missili e armi di difesa per intercettare gli aerei. La questione, comunque, non è nuova perché già nel 2015, il primo ministro Benjamin Netanyahu affermò che Hezbollah era già in possesso del sistema, denunciando tutto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il sistema era stato contrabbandato dall’Iran in Libano attraverso la Siria. E proprio oggi alle 15 a Beirut è previsto un discorso televisivo de leader Hezbollah, Hassan Nasrallah “per commemorare le vittime di Gaza.” Si tratta del primo intervento pubblico dall’inizio della guerra. Ieri, invece, ci sono stati diversi lanci di razzi dal Libano verso il territorio israeliano che ha risposto. Le sirene di allarme anti razzi da Gaza hanno continuato a risuonare nel centro di Israele e nell’area grande di Tel Aviv. I media locali raccontano di un’”estesa salva di razzi.”

Sunak e Guterres per aiuti umanitari

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha affermato che ogni violenza sui civili – nella Striscia di Gaza – “è inaccettabile”. L’avrebbe detto durante una conversazione con il suo omologo egiziano Samh Shoukry e insieme è stata presa una “posizione comune” a favore dell’instaurazione immediata di un “cessate il fuoco” a lungo termine e uno stabile accesso umanitario alla Striscia oltre alla fornitura di assistenza urgente a coloro che ne hanno bisogno e il rilascio degli ostaggi. Sempre sul fronte diplomatico il primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha incontrato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a margine del vertice per uno sviluppo sicuro dell’Intelligenza artificiale a Bletchley Park, alle porte di Londra. Hanno concordato di “aumentare urgentemente la fornitura di aiuti umanitari.” Sunak e Guterres, prosegue la nota congiunta, “hanno concordato sulla necessità di rinvigorire gli sforzi internazionali per raggiungere una soluzione duratura al conflitto e portare avanti i lavori verso una soluzione a due Stati. I due leader hanno anche discusso della guerra in Ucraina. Il primo ministro ha espresso preoccupazione per il fallimento dell’Iniziativa sui cereali del Mar Nero e ha sottolineato l’importanza di mantenere il sostegno all’Ucraina.”

Germania fornirà navi-ospedale

Israele, invece, ha chiesto alla Germania e ad altri Paesi stranieri di inviare navi-ospedale per curare i palestinesi feriti autorizzati ad uscire dalla Striscia di Gaza per andare in Egitto: lo ha detto alla radio Kan l’ambasciatore israeliano in Germania Ron Prosor, citato dal Jerusalem Post. Secondo il diplomatico, è corretto lo scenario secondo cui gli abitanti di Gaza feriti potrebbero essere imbarcati sulle navi-ospedale nel porto egiziano di Al Arish. Mentre la ministra dell’Interno tedesca, Nancy Faeser, “ha vietato le attività dell’organizzazione terroristica Hamas e della rete internazionale ‘Samidoun – Palestinian Solidarity Network’ in Germania”. Samidoun è l’Ong che aveva suscitato sdegno, distribuendo dolcetti per strada a Berlino nel pomeriggio del giorno dell’attacco di Hamas a Israele. La reazione di un rappresentante di Hamas in Libano, Osama Hamdan, non si è fatta attendere e ha attaccato la Germania per la messa al bando delle attività del Movimento islamico, accusando Berlino di essere complice di Israele nei crimini contro i palestinesi.

Il figlio di Netanyahu

Ieri sono apparse anche scritte pro-Palestina e contro Israele sull’edificio del Foreign Office e su quello della sede dell’impresa italiana Leonardo, a Londra. Le ha scritte un giovane incappucciato che ha usato una bomboletta spray e che è stato ripreso da una telecamera. Infine lo Yad Vashem, il museo della shoah a Gerusalemme, ha fatto appello “ai leader politici, culturali, religiosi e accademici di tutto il mondo a dichiarare guerra all’antisemitismo”. Restano da segnalare anche le polemiche in Israele per il figlio di Netanyahu, Yair di 32 anni, che si trova in Florida e quindi non è stato chiamato a combattere; a differenza di tanti giovani israeliani che sono stati arruolati per servire lo Stato. Una decisione che sta portando molte critiche nei confronti del premier.

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